Genova. “Ora che i toni della protesta sembrano, almeno momentaneamente, tornati a un certo grado di civiltà, ritengo opportuno, a nome della Cooperativa di cui ricopro attualmente il ruolo di presidente, fare alcune puntualizzazioni. Come è dimostrato dalle numerose iniziative portate avanti in questi ultimi mesi, la Cooperativa è stata sempre ed è per il rispetto della legalità, a tutti i livelli. Per contrastare la diffusione di ogni forma di abusivismo – quindi anche di Uber ma non solo – abbiamo presentato a gennaio un corposo vademecum, redatto da uno studio legale specializzato sul tema del tpl, a tutte le istituzioni locali. La risposta da parte delle istituzioni, in particolare dell’assessore alla Mobilità del Comune Dagnino, della Polizia municipale e dell’assessore regionale dei Trasporti Vesco, è stata pronta e sempre all’insegna della condivisione”. Queste le parole di Stefano Benassi, presidente della Cooperativa Radiotaxi Genova.
“Abbiamo scelto e continueremo a scegliere la strada della legalità e le nostre battaglie continueranno a essere condotte in quelle che sono le sedi deputate per far valere il rispetto delle regole e dei diritti legittimi della nostra categoria, purtroppo sempre più esposta alla minaccia della concorrenza sleale e dell’abusivismo, più o meno mascherato dalle nuove tecnologie – prosegue – Pur comprendendo le motivazioni alla base di certi sfoghi e di alcune forme di protesta, non ne condividiamo tuttavia né il merito né tanto meno il metodo: scendere in piazza o in strada prima di conoscere le motivazioni di una sentenza non mi è sembrata una scelta intelligente in quanto penalizzante il primo luogo per chi rischia di protestare ‘a metà’”.
Benassi parla poi del metodo della protesta. “Ci siamo sempre dichiarati contro ogni forma di violenza che fosse quella subita da un collega in auto o da un autista sul bus. Pertanto ribadiamo la nostra totale condanna di ogni forma di violenza anche contro quella, fosse anche solo verbale, verso un giornalista, un reporter o un fotografo. Ho notato con soddisfazione – e un po’ di sorpresa – che anche da chi era in prima fila a organizzare le ultime proteste sia arrivata la “disapprovazione della violenza”. Penso che prima delle scuse si dovrebbe pensare bene alle conseguenze di ciò che si attua cavalcando il disagio, del tutto comprensibile, di una categoria, come la nostra, in forte crisi da molti anni ormai. Auspicando di non dover assister più a episodi di protesta violenta e disorganizzata, ribadisco fin da ora la volontà della Cooperativa di condurre le proprie battaglie nel rispetto della legalità, in ogni sede e in ogni forma, e, ancora una volta, la condanna di ogni forma di violenza”, conclude.