Arte, case popolari a chi può spendere 5 mila euro. Della Bianca: “Spese folli della sanità scaricate sui poveri”

Raffaella Della Bianca

Genova. “La grave situazione di cassa di Arte e l’impossibilità di perseguire la propria missione istituzionale, in questo momento delicatissimo e importante per le fasce più deboli del paese, è chiaramente dimostrata dalla deliberazione della Giunta regionale n. 1281 del 17/10/2014 avente ad oggetto: ‘Criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ai sensi dell’art. 3 comma 1 lett. B) della l.r.n. 10/2004 e successive modifiche e integrazioni’. Lo denuncia la consigliera regionale Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto).

“Con questa delibera la Giunta, de facto prende atto della carenza di risorse (e di cassa) da parte di Arte e fa chiedere agli assegnatari, ‘per abbreviare i termini di assegnazione’, di anticipare le spese di manutenzione necessarie all’immissione nell’immobile – spiega la consigliera – Quindi i più deboli vengono dimenticati e abbandonati dalle Istituzioni. Se puoi pagare 5 mila € per ristrutturare la casa allora passi avanti in graduatoria. E chi non ce li ha? Beh nessun problema aspetti”.

Perché Arte non ha disponibilità economica per svolgere la sua funzione di edilizia pubblica? “Semplice perché si è accollata i debiti della sanità Ligure (attraverso le cartolarizzazioni del 2011). E perché la ARTE si è accollata i debiti della sanità Ligure? Ancora più semplice, perché altrimenti la Regione Liguria, o meglio la Giunta Regionale, avrebbe dovuto aumentare le tasse ai Liguri per coprire il disavanzo come indicato dalla Corte dei Conti. Se una regione spende male le sue risorse e si indebita è obbligata ad aumentare le tasse in modo che i cittadini elettori possano essere informati della gestione. Così possono valutare l’operato della Giunta Regionale e comportarsi di conseguenza quando saranno chiamati ad esprimere il loro giudizio”, dichiara ancora.

Della Bianca spiega che Arte sta subendo sui propri bilanci il peso degli oneri finanziari determinati dalla operazione di cartolarizzazione. “Lo ‘sfrido’ tra somme ottenute in anticipazione da parte di Arte da Banca Carige e l’anticipazione di cassa regionale girata da Regione ad Arte ha generato a carico di Arte interessi passivi e spese di commissione bancaria di: 1,385 mln di Euro nel 2012; 3,455 mln di Euro nel 2013; 2,640 mln di Euro nei primi tre trimestri del 2014 – spiega – Il peso degli interessi crescerà notevolmente nel corso del 2015 dal momento che la Regione non potrà fare ricorso alla anticipazione di cassa a favore di ARTE, secondo quanto dalla stessa legiferato nella legge 19.12.2914 n.40 all’art.31”.

La consigliera ha presentato sulla questione un esposto riassuntivo al Procuratore della Corte di Conti di Genova con oggetto: “cartolarizzazioni a copertura di disavanzi sanitari della Regione Liguria. Conseguenza sulla gestione di Arte”. “Questo esposto è frutto della documentazione ottenuta dopo varia corrispondenza con i vertici dell’Azienda”, conclude.

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