Alluvione genova

Alluvione Genova, per ‘Aggiohouse’ comincia la battaglia legale: grazie alla solidarietà raccolti 30 mila euro

Un frana travolse la loro casa: ex Provincia di Genova sotto accusa. Intanto è gara di solidarietà

Cronaca

Genova. Dopo oltre 4 mesi dalla notte del 9 ottobre quando durante l’alluvione di Genova hanno dovuto in tutta fretta abbandonare la loro casa ad Aggio in alta Valbisagno, per Aurelia e Stefano comincia la battaglia legale per le responsabilità sulla frana che ha cambiato all’improvviso la loro vita.

Giovedì infatti presso il tribunale di Genova si terrà la prima udienza per ‘danno temuto immediato’ che molto probabilmente si concluderà con l’affidamento dell’incarico a un perito che chiarisca cosa ha provocato la frana che si è abbattuta sul tetto della loro Aggiohouse. Alla base di tutto ci sarebbe infatti, una carente regimazione delle acque (di competenza dell’allora Provincia di Genova e oggi della Città metropolitana) che avrebbe portato l’acqua piovana a scaricare direttamente sulle fasce che sono poi franate sull’abitazione. Ma la provincia ha sempre negato ogni responsabilità.

Da quel 9 ottobre la vita di Aurelia, Stefano e dei loro due figli è cambiata radicalmente: vivono a casa dei suoceri e giorno dopo giorno, oltre a provare a scontrarsi con i muri della burocrazia, si sono attivati in prima persona per mettere insieme i soldi che serviranno per tornare ad abitare nella loro ‘Aggiohouse’. Concerti, magliette, un sito per supportare il progetto di crowfounding, la presenza quotidiana durante tutto il mercatino di San Nicola per raccontare ai genovesi la loro storia.

Finora i fondi raccolti sono arrivati a 30 mila euro: “Non ci siamo mai fermati – racconta Aurelia Lobosco – e abbiamo avuto tanta solidarietà e una grossa mano dagli amici che ci hanno supportato in questi mesi e ci hanno aiutato ad organizzare gli eventi. Una grossa mano ce l’ha data la Caritas che ci ha donato ben 5 mila euro e il progetto Il cuore di Genova con 3 mila, gli altri li abbiamo raccolti pian piano”. Nella cifra ci sono anche i soldi che il Comune di Genova sta versando come contributo all’affitto per le famiglie sfollate dall’alluvione: “Mettiamo tutto lì dentro, euro dopo euro e nel frattempo stiamo provando a continuare a pagare il mutuo della nostra casa, ne abbiamo per altri 16 anni”.

Casa dove Aurelia e Stefano sperano di poter tornare presto, ma per ora i lavori sono fermi: “Il geologo ci ha consigliato di aspettare che la Provincia come richiesto dal nostro avvocato nella denuncia provveda a modificare la tubatura che porta direttamente l’acqua sulla strada perché in caso contrario il nostro lavoro, e i soldi spesi, sarebbero praticamente inutili – racconta Aurelia, abbiamo – solo risistemato i teli sul terreno e creato delle canaline insieme ad alcuni amici che si sono offerti volontari e ci hanno dato una mano. Fra l’altro mio marito ci ha anche lasciato un menisco e a marzo dovrà essere operato”.

Aurelia però si dice ancora una volta fiduciosa: “Sarò un’illusa ma credo ancora nella giustizia – dice – fra l’altro al giudice abbiamo fatto anche avere i filmati che abbiamo girato durante l’alluvione del 15 novembre che per fortuna ha interessato solo in parte la nostra valle, ma che dimostrano comunque come l’acqua si riversi proprio lì dove è avvenuta la frana”.

Nel frattempo Aggiohouse giace ancora, per fortuna senza troppi danni all’interno, sotto un cumulo di detriti: “Per fortuna è nevicato poco. E’ il primo anno che prego che non nevichi. Prima accendevo il camino e con Stefano e i bambini ci godevano il paesaggio imbiancato, ora tremiamo all’idea che il peso della neve possa creare danni più gravi”.

Per mettere a posto la frana, in base al preventivo che hanno chiesto, servono 85 mila euro: “In concreto speriamo con la raccolta fondi di arrivare alla metà di quei soldi, perché se per caso il tribunale non ci desse ragione, comunque l’altra metà della spese spetterebbe agli altri proprietari della fascia interessata”. Se il tribunale invece riterrà responsabile la Provincia, non solo la Città metropolitana dovrà accollarsi i lavori ma dovrà anche pagare i danni alla famiglia di Aggio.

Per Stefano, Aurelia e famiglia comunque la prima tappa giudiziaria non è che una delle tante cose che restano da fare. Si va avanti per raccogliere altri soldi e gli eventi in programma sono tanti: il 28 febbraio ci sarà un concerto in programma a Villa Piantellicon incasso totalmente devoluto ad Aggiohouse, il 13 marzo concerto al Crazy Bull e il 24 aprile all’Utribeach.

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