Cronaca

Via Gherzi e l’incubo dei parcheggi, fumata nera in audizione: cittadini e commercianti esasperati

via gherzi

Genova. Nuovamente ricevuti dalla commissione consiliare, i commercianti e i residenti si sono scontrati con il parere degli uffici tecnici comunali, per i quali Via Gherzi continua ad essere considerata un’area privata, a dispetto delle attività economiche in essa esistenti.

Per gli uffici tecnici del Comune, l’area di via Gherzi rimane da considerarsi privata, ma l’avvocatura non esclude una riapertura dell’istruttoria che rimetterebbe in discussione la privatizzazione degli stalli decisa unilateralmente, l’estate scorsa, dall’immobiliare Sant’Elena. Un’iniziativa rispetto alla quale i consiglieri di tutti i partiti hanno espresso parere negativo, facendo seguito al presidente del Municipio IV Media Val Bisagno, Agostino Gianelli, che a sua volta ha ribadito la propria contrarierà, già formalizzata da tempo. Tanto Gianelli che i consiglieri hanno chiesto che la loro posizione – maturata dall’ascolto dei cittadini e dalla conoscenza delle specificità della zona – sia tenuta in debita considerazione dalla giunta che, invece, finora si è basata esclusivamente sulle valutazioni di carattere tecnico dei propri uffici.

Sono questi i fatti salienti emersi dalla nuova audizione in commissione Territorio dei Comitati di cittadini ed esercenti di via Gherzi, tenutasi nel pomeriggio di ieri (martedì 20 gennaio). Una battaglia che si trascina ormai da anni, ma che è entrata nel vivo dallo scorso agosto, quando la Sant’Elena srl, facendo valere il proprio diritto di priorità della strada, decise di mettere i lucchetti ai 120 posti auto – fino a quel momento, e da sempre, a disposizione della cittadinanza – per procedere poi alla vendita degli stessi ad altri privati.

“La partita, d’altra parte, si gioca proprio su questo: il riconoscimento o meno della natura di utilità pubblica di un’area che, in punta di diritto, gli uffici tecnici del Comune continuano a ritenere di proprietà privata della Sant’Elena autorizzandone, quindi, le azioni messe in atto dall’estate a questa parte, e cioè appunto la chiusura e successiva vendita a terzi. Una vicenda quantomeno controversa, sulla quale gli stessi tecnici del Comune hanno pareri contrastanti – ha riflettuto Paolo Barbieri, intervenuto a nome di Confesercenti Genova – A prescindere dai cavilli legali, via Gherzi è di fatto un’area pubblica da oltre trent’anni, e questo è sotto gli occhi di tutti. Tant’è vero che la stessa Sant’Elena non era in possesso degli stalli e, per rientrarne, ha chiesto l’intervento del Comune. Approfittando, per altro, del periodo di ferragosto, quello cioè in cui la maggior parte dei residenti e dei commercianti era fuori città per le vacanze”.

“I cittadini – ha proseguito Barbieri – sono stati dunque costretti a liberare gli stalli sotto la minaccia di sanzioni amministrative da parte del Comune; ma non si sarebbero mai mossi se, invece, a reclamare l’area fosse stata direttamente la Sant’Elena”.

Altri fattori che testimoniano del carattere pubblico dell’area, ricordati a più riprese dallo stesso Barbieri e dai rappresentati dei Comitati, sono la presenza di un ufficio postale e di una banca, il transito dei mezzi Amiu e addirittura l’esistenza di passi carrabili e aree di scarico merci. Nel corso del dibattimento, inoltre, alcuni consiglieri hanno chiesto di verificare che la Sant’Elena abbia effettivamente pagato nel corso degli anni le imposte e i tributi relativi ad una strada della quale rivendica, oggi, l’esclusiva proprietà.

“Mentre il Comune si trincera dietro il parere dei tecnici, noi commercianti e cittadini siamo pesantemente danneggiati da una situazione che ha già causato la svalutazione degli immobili e, in pochissimo tempo, porterà alla chiusura di numerose attività economiche – è il grido di dolore di Dario Pedemonte, portavoce del Comitato degli esercenti di via Gherzi – Quello che ci amareggia di più è constatare come la stessa amministrazione che parla di Smart City e di riqualificazione delle periferie, sia poi del tutto impotente di fronte alle rivendicazioni di un singolo privato che, a suon di atti e carte bollate e in nome del proprio interesse particolare, finisce con il calpestare i diritti di un’intera comunità. Il Comune, insomma, tutela i diritti della Sant’Elena, ma si dimentica dei diritti di chi vive e lavora in via Gherzi; in quella, cioè, che a dispetto del nome è l’unica vera piazza e fulcro di un quartiere importante e densamente popolato come Molassana”.

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