Genova. Dopo le dichiarazioni dei membri della commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti che questa mattina hanno parlato di un’“emergenza Liguria” soprattutto in riferimento alla chiusura della discarica di Scarpino e di un rimpallo di responsabilità tra enti, a margine del dopo giunta è arrivata la replica del presidente Claudio Burlando, che proprio questa mattina è stato audito dalla commissione.
“In questi anni abbiamo bonificato l’Acna di Cencio e quasi integralmente le ex aree Ilva di Cornigliano dove manca soltanto l’area ‘sot’. Allo stesso modo abbiamo avviato bene la messa in sicurezza della Stoppani che la commissione parlamentare di inchiesta ci aiuterà a completare prorogando la gestione commissariale perché è stato riconosciuto che è stata una follia la mancata proroga. Se siamo riusciti a concludere o quasi operazioni così complesse, molto più del ciclo dei rifiuti – ha detto Burlando – vuol dire che la struttura regionale è una struttura adeguata sia a livello politico che a livello tecnico”.
Nel corso del’audizione il presidente Burlando ha ripercorso le tappe che hanno portato alla situazione attuale: “Siamo arrivati alla fine del 2005 a chiudere un lungo iter cominciato nel 1997 che presupponeva la realizzazione di un termovalorizzatore con la scelta del sito i progetti e le gare. Il nostro piano era conseguente a quella scelta perché è ovvio che un termovalorizzatore a Genova, magari aperto anche a contributi da fuori provincia avrebbe chiuso il ciclo”. Quel percorso però si è interrotto: “Poi si sono susseguite amministrazioni che hanno completamente ribaltato questa situazione prima ipotizzando un gassificatore e poi scegliendo ora il biodigestore – ha detto il governatore ligure – e questa non è una carenza di piano, ma una carenza di operatività e un cambio di idea di tre diverse amministrazioni”.
“La Regione può dare degli indirizzi ma non tocca a noi fare gli impianti – ha ribadito Burlando – che sono fatti dalle aziende che gestiscono il ciclo e dai loro azionisti. Ora mi auguro che Amiu ci indichi rapidamente l’area dove intende realizzare il biodigestore. In contemporanea occorre fare un’operazione molto forte sulla differenziata, che con il termovalorizzatore non sarebbe stata necessaria, e noi siamo talmente pronti ad aiutare il Comune che abbiamo deciso di investire soldi europei per realizzare il biodigestore, ma ancora bisogna localizzarlo e progettarlo, e non possiamo farlo noi”.