Politica

Primarie centro sinistra, dai partigiani a Petacco, passando per i big: è “guerra” all’ultimo voto

primarie centro sinistra

Liguria. A poche ore dall’apertura delle urne, lo scontro tra i candidati alle primarie del centro sinistra per le prossime regionali si fa sempre più duro. La battaglia tra le due anime del Pd, ormai senza esclusione di colpi, ha coinvolto in ultimo anche i partigiani, con buona pace di una regione simbolo di Resistenza.

Al centro della nuova polemica, da una parte la dichiarazione di voto pro Paita da parte di esponenti del nuovo centro destra, che ha scatenato l’appello lanciato e firmato ieri dai Partigiani combattenti in Liguria capeggiati da Gianni Ponta, vice presidente Anpi, al grido: “sarà il nostro voto, o non voto, a dire che non accetteremo mai di confonderci con gli eredi diretti e indiretti dei fascisti di Salò e dei missini di Almirante”.

Dall’altra l’adesione di Arrigo Petacco alla corsa paitiana e il conseguente affondo del Cinese sullo stesso Petacco “storico revisionista che si è addirittura distinto nel negare le responsabilità di Mussolini nell’omicidio Matteotti. Chissà dove finiremo”, le parole al vetriolo dell’ex sindacalista. Oggi il nuovo fronte dello scontro, a colpi di comunicati stampa. In una nota congiunta Cofferati-Tovo fanno proprio l’appello dei nove Partigiani e si scagliano contro l’assessore regionale.

“Riteniamo sia dovere di chi intende candidarsi ad un ruolo pubblico così importante per il nostro territorio chiarire ai cittadini della Liguria quali sono i valori che condivide e quali voti è disposto ad accettare per vincere una competizione elettorale – scrivono – Noi non siamo disponibili ad accettare il sostegno di chi condivide ideali di centrodestra e destra.
La partecipazione a Primarie aperte è il valore cardine della consultazione di Domenica 11 Gennaio, ma è altrettanto imprescindibile, nonché richiesto dalle regole che ci siamo dati, la condivisione dei valori del centrosinistra che, in qualunque modo lo si voglia intendere, mai potrà essere avvicinato a chi ha fatto suoi gli ideali e le posizioni personali e politiche della destra nazionale o locale.
Auspichiamo che tutti i candidati e le forze politiche della coalizione per le Primarie di Domenica 11 Gennaio, facciano proprio questo appello: in modo pubblico e trasparente”.

Il fronte paitiano non ci sta e ribatte a distanza di poco con una dichiarazione dello stesso Petacco: “Sono davvero indignato per le accuse false che ha rivolto alla mia persona Cofferati. Ho 86 anni. A 16 ho fatto il partigiano. Ero nella Brigata Muccini con Walter Bertone e Piero Galantini. Ho semplicemente espresso il mio favore ad avere una presidente che viene dalla Spezia, una ligure. E questo ha determinato una reazione davvero scomposta di chi non conosce la storia della Resistenza in questa regione. Insomma, ho detto semplicemente che vorrei un governatore che sappia dire “belin”, o meglio “belandi” come si addice alle signore, perché vorrei che fosse una donna”.

E mentre da Roma fioccano gli strali contro l’inquinamento delle primarie liguri, con i duri interventi dell’ex segretario Bersani, Cuperlo “quanto sta accadendo in Liguria è molto preoccupante e grave” e in ultimo il tweet di Stefano Fassina “Fuori la destra da primarie del centrosinistra in Liguria. Candidati/e condannino ingerenza. Segreteria nazionale Pd intervenga. Rischio inquinamento”, sulle polemiche degli appoggi “esterni” è intervenuto anche il presidente della Regione, Claudio Burlando.

“Vorrei che non venisse a votare alle primarie chi ha intenzione di votare diversamente dal centrosinistra alle prossime elezioni regionali. Stia invece alla larga – ha detto oggi Burlando – chi vuole inquinare il voto per fare vincere un candidato che gli è più comodo come avversario”.

Detto questo il Governatore ha anche ribadito, però, che “Renzi ha ampliato la platea dei nostri elettori. Non ho nostalgia dei momenti storici in cui ne prendevamo di meno. Ma è chiaro che se aumentano i nostri voti la platea di chi partecipa alle primarie aumenti, è un fatto matematico. Siamo passati dal 25 al 41%. Non dobbiamo averne paura”.

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