Genova. Quanto successo ieri mattina nel carcere di Marassi di Genova “non è il continuo del film ‘Hannibal’, ma la rappresentazione di un’emergenza di un Istituto e soprattutto la difficile gestione della popolazione detenuta”. E’ il j’accuse lanciato dal segretario regionale della Uil penitenziari, Fabio Pagani.
“A Marassi sono presenti circa 700 detenuti, su una capienza di 450, un sovraffollamento non solo nei numeri, penalizzato inoltre dalla presenza di circa l’80% di stranieri, praticamente ingestibili in determinati momenti.
Proprio come successo ieri, un detenuto romeno ha rischiato di perdere a morsi quasi tutto l’orecchio dopo l’aggressione di un altro detenuto nigeriano.
“I due – aggiunge il sindacalista della Uil – hanno dato luogo ad un’azzuffata inaudita, praticamente un lago di sangue, questo è lo scenario che si è presentato agli occhi della Polizia Penitenziaria che ancora una volta, rischiando, ha evitato il peggio, riuscendo, seppur con non poche difficoltà a separare i due contendenti. Ma non possiamo essere l’agnello sacrificale alle criticità ataviche del sistema penitenziario. Occorre restituire dignità lavorativa e condizioni di sicurezza alle donne e agli uomini dei baschi blu. Solo così – conclude Pagani – lo Stato potrà recuperare credibilità ed autorevolezza all’interno dei gironi infernali delle nostre prigioni”.