Regione. Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale una proposta di legge del consigliere Antonino Oliveri (PD) finalizzata a semplificare le procedure per il rilascio delle concessioni di derivazione di acqua potabile.
Grazie alla nuova legge regionale sarà possibile smaltire un ingente arretrato: in Liguria quasi la metà delle pratiche di concessione di acqua potabile sono ancora in fase istruttoria, ma nel 70% dei casi l’acqua viene comunque prelevata nonostante il procedimento non sia ancora concluso in virtù di regimi di sanatoria previsti dalla legge.
Per il rilascio di concessioni di acqua potabile è necessario un giudizio igienico-sanitario di idoneità al consumo umano emesso dalle ASL, sulla base di sopralluoghi ispettivi e di analisi delle acque.
In tutta la Liguria i tempi per l’emissione di questo parere sono molto lunghi, ma in alcuni casi – come nel territorio della ASL 3 – il procedimento è totalmente bloccato, a causa di un mancato accordo fra ASL e ARPAL su chi deve effettuare (e pagare) le analisi delle acque.
Per risolvere questa situazione la nuova legge regionale, modificando la legge regionale 18 del 1999, istituisce una procedura alternativa: su istanza del richiedente la concessione, le analisi dell’acqua e la descrizione dello stato di consistenza delle opere idrauliche potranno infatti essere affidate a laboratori accreditati e professionisti privati che presenteranno le proprie relazioni alle ASL che resta il solo organo competente all’emissione del giudizio di idoneità al consumo umano.
La legge regionale infine prevede di dare attuazione all’articolo 114 comma 11 decies della stessa lr 18/99 che, introdotto nel gennaio 2002, prevedeva l’emanazione di un regolamento di attuazione delle procedure per il rilascio di concessioni entro 90 giorni. Tale regolamento, a distanza di 12 anni, non è ancora stato emanato.