Genova. Gli avevano sfondato il cranio con un martello, dopo averlo attirato in una trappola, per vendicare una precedente aggressione. Per questo tre albanesi e un italiano sono stati arrestati per tentato omicidio in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Genova Massimo Cusatti.
I fatti risalgono a marzo di quest’anno. La vittima Selman Sguri, albanese, era da poco uscita dal carcere dove aveva scontato oltre 4 anni per aver accoltellato due connazionali allora poco più che ventenni, Ermal Bajraktari e Fatlind Spaho. I due, che oggi hanno 26 e 29 anni, avrebbero così organizzato la vendetta coinvolgendo Rezart Kurti, amico e connazionale che risiede a Busca nel cuneese che ha sua volta ha coinvolto un 23 italiano, Cristian Ferrero.
Kurti e Ferrero il 22 marzo avrebbero trovato una scusa per incontrare la vittima. Dopo un pranzo alla Fiumara, si dirigono a bordo di una Bmw in Valpolcevera, dove Kurti dice di abitare. Arrivati nel quartiere di Teglia però, l’auto devia improvvisamente per una stradina laterale. Quando la vittima si accorge che qualcosa non va riceve in risposta due pugni in faccia da parte degli ‘accompagnatori’. La Bmw si ferma poi in un luogo isolato e viene raggiunta da un’altra macchina di grossa cilindrata da cui scendono Bajraktari e Spaho.
Kuri viene trascinato a forza giù dall’auto e colpito con una mazza da baseball e con calci e pugni. Poi, in base al racconto fatto da Kurti agli agenti della squadra mobile, Spaho afferra un martello e glielo scaglia in testa, fino a sfondargli il cranio, come testimoniano le perizie mediche. A quel punto qualcuno dal gruppo avrebbe detto Spaho di fermarsi. La vittima viene ancora colpita a martellate sulle gambe e sulle braccia, poi il gruppo decide di andarsene e chiama il 118. Oggi, dopo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Federico Manotti per i tre albanesi e il giovane italiano sono scattate le manette. Uno degli arrestati, in realtà, Fatlind Spaho, ha ricevuto la notifica nel carcere di Marassi dove è detenuto da alcune settimane per essere stato sorpreso con una pistola con la matricola abrasa in corso Sardegna, stessa zona dove risiede la vittima del tentato omicidio, da poco uscita dall’ospedale.