Il lato più umano dell’Arma dei Carabinieri, tra medaglie, gesta eroiche, ma anche vita di tutti giorni, segnata, come ogni esistenza, da affetti, gioia e dolore. Proprio questo aspetto, gli uomini e donne Carabinieri e le loro famiglie, è il filo conduttore del calendario storico 2015, presentato oggi.
Si passa dall’anno di fondazione 1861, con l’unità d’Italia, al fronte della Prima Guerra d’Indipendenza, con una lettera del Comandante dei tre Squadroni Carabinieri alla madre; dalla battaglia di Adua all’eroismo di Salvo D’Acquisto, giovane Carabiniere che nel 1943 sacrificò la sua vita di fronte alla barbarie nazifascista.
Ancora: c’è il testamento del Maresciallo Francesco Pepicelli che nello stesso anno aderì al Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri. “Olga mia – scrisse alla moglie -, quando leggerai queste mie parole, scritte forse tanti anni fà o solo da pochi, il mio corpo è immoto, la mia vita è spenta…”. Olga lesse quelle parole dopo il 24 marzo 1944, data dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, quando il suo sposo già era stato barbaramente trucidato dai nazisti insieme ad altri 334 italiani, fra i quali undici militari dell’Arma.
C’è infine Mamma Santuccia e i “suoi” 12 Carabinieri tra figli, nipoti, pronipoti e cugini. La mattina del 18 maggio 1977 ricevette la notizia che il figlio Alfredo era caduto in un conflitto a fuoco con dei malviventi, nel centro marchigiano di Porto San Giorgio.
“A quelle famiglie, alle nostre famiglie – scrive l’Arma – va il nostro pensiero riconoscente. A tutti noi, consapevoli custodi di questo immenso patrimonio etico, il compito di avviarci sui sentieri del terzo secolo di vita dell’Arma, al servizio della Patria e degli italiani”.