Economia

In Liguria timidi segnali di ripresa: crescono lievemente gli occupati, ma nel turismo persi 4 mila posti di lavoro

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Liguria. Sia in Italia che in Liguria cresce molto lievemente l’occupazione. A livello nazionale, dopo sette trimestri di calo, il numero degli occupati in Italia torna a salire, seppur timidamente (+0,5 pari a 122 mila unità). All’aumento ha contribuito sia la componente maschile (+0,3% pari a 36 mila unità) che femminile (+0,9% pari a 87 mila unità). I numeri sono forniti da Unioncamere Liguria in base ai dell’Istat.

Alla sostanziale stabilità dell’occupazione italiana (-6 mila unità), invece, si contrappone la crescita di quella straniera (+128 mila unità), sia maschile che femminile (rispettivamente +67 mila e +62 mila unità). Il tasso di occupazione sale al 56,0%, +0,4 punti percentuali rispetto al 3° trimestre 2013.

Il numero dei disoccupati cresce a ritmi sostenuti (+5,8%, pari a 166 mila unità), coinvolgendo soprattutto le donne (+115 mila unità contro +51 mila degli uomini).

Guardando la Liguria nello specifico, si registra un graduale recupero del numero di occupati, che da 619 mila passano a 623 mila (+0,7 % pari a 4.000 unità): la crescita, iniziata a partire dal 1° trimestre di quest’anno, ha interessato solo la componente maschile (+1,5%) mentre quella femminile è rimasta stabile.

Cresce l’occupazione nell’industria in senso stretto, che passa da 121 mila a 127 mila unità (+4,9%) e nelle costruzioni (+4,8%); in calo nell’agricoltura (-7,7%) e stazionaria nel terziario: nel settore commerciale e turistico si registra, però, una perdita di 4 mila posti di lavoro, determinata probabilmente dalle cattive condizioni metereologiche che hanno caratterizzato la stagione estiva e che hanno inciso negativamente sui consumi.

Non si arresta la crescita dei disoccupati, che tra il terzo trimestre del 2013 e quello del 2014 aumentano di circa 9 mila unità, determinando un tasso di disoccupazione pari a 9,8%, in crescita Non si arresta la crescita dei disoccupati, che tra il terzo trimestre del 2013 e quello del 2014 aumentano di circa 9 mila unità, determinando un tasso di disoccupazione pari a 9,8%.

Se si analizza il dato dal punto di vista congiunturale, invece, si assiste dall’inizio dell’anno ad un graduale ridimensionamento del tasso di disoccupazione, che da 11,9% nel 1° trimestre è passato a 10,4% nel secondo e a 9,8% nel terzo.

Il numero degli inattivi, nel 3° trimestre, registra una significativa contrazione su base annua (-6,3%, pari a 20 mila unità in meno), determinata nella stessa misura dalla componente maschile e femminile: si ricorda che di questo gruppo fanno parte sia le persone in età non lavorativa (bambini fino a 14 anni e anziani oltre i 65 anni) che quelle in età lavorativa suddivise tra quanti cercano un’occupazione (più o meno attivamente) e quanti invece, e sono per lo più giovani, non la cercano più, in parte per un diffuso scoraggiamento, in parte per motivi di studio o perché in attesa di passate azioni di ricerca.

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