Genova. Ha chiamato il 113 e, spacciandosi per 18enne, ha invitato la poliziotta all’altro capo della cornetta ad uscire con lui. Protagonista, un bambino di 9 anni, in evidente ricerca di compagnia e attenzione. Il piccolo ha composto il numero da una cabina telefonica di piazza Fossatello, ieri pomeriggio poco dopo le 17.30, mentre la madre in compagnia della sorella erano a intrattenersi in un bar nella vicina via del Campo, disinteressandosi completamento al figlio.
Durante la chiamata gli agenti sono riusciti a effettuare il rintraccio attraverso apposito sistema di localizzazione, individuando la cabina telefonica di piazza del Fossatello. Inoltre, dalle telecamere della zona hanno subito notato un bambino di circa 9 anni che parlava al telefono della cabina. Una volta localizzato è stato abilmente intrattenuto dall’operatore del “113” che, avendo intuito la sua passione per il gioco Fifa 15 della play station, è riuscito a distrarlo, senza fargli sospettare l’imminente arrivo di una volante.
Poco dopo, infatti, è giunta sul posto la macchina del Commissariato Centro che sentendo il bambino ha ricostruito i fatti: mentre i genitori erano nel bar, lui aveva pensato di chiamare il “113” e fare le prove generali da “grande” invitando l’operatrice ad “uscire” con lui, spacciandosi per un 18enne.
Identificati i parenti, tra cui la madre, il padre ed una zia, dal controllo in banca dati emergeva che la mamma del bambino doveva espiare 3 anni e mesi 3 di reclusione per reati inerenti il traffico internazionale di stupefacenti e per reati contro il patrimonio. Inoltre la donna e sua sorella, presente sul posto, si scambiavano abitualmente le generalità, tanto che in banca dati erano intrecciate tra loro con diversi alias. Gli accertamenti hanno poi confermato che la donna fermata, F.A. S.L., una ventottenne di nazionalità ecuadoriana, era quella destinataria dell’ordine di carcerazione: è stata quindi arrestata e portata in carcere a Pontedecimo.