Cronaca

Escort in cambio di appalti: Gino Mamone e i Raschellà restano in carcere, domani Grondona davanti ai pm

corrado grondona amiu

Genova. Il tribunale del Riesame ha respinto le richieste di attenuazione della misura di custodia cautelare per Gino Mamone, Daniele e Stefano Raschellà tre fra gli imprenditori arrestati nell’ambito dell’inchiesta su escort e altri favori in cambio di appalti relativi alla gestione dei rifiuti, mentre ha concesso gli arresti domiciliari a Claudio Deiana unico a cui i pubblici ministeri Paola Calleri e Francesco Cardona Albini non hanno contestato il reato associativo.

Per Mamone, titolare della Eco.Ge e per i Raschellà, titolari della Edildue, anche secondo il Riesame persiste il rischio di inquinamento probatorio, oltre al pericolo di fuga, e per questo restano in carcere. Domani anche Vincenzo e Luigi Mamone, rispettivamente fratello e nipote di Gino, chiederanno un’attenuazione della misura davanti allo stesso tribunale. Intanto sempre domani il dirigente Amiu Corrado Grondona, che ha rinunciato al Riesame, ha chiesto di essere interrogato dai pm per chiarire la sua posizione.

Infine il gip Roberta Bossi, dopo aver ascoltato giovedì i funzionari Amiu Massimo Bizzi, responsabile dei servizi di raccolta e Roberto Ademio dell’ufficio Gare, questa mattina ha interrogato Carlo Sacco, direttore della discarica di Scarpino. I tre funzionari sono indagati a piede libero nella stessa inchiesta per abusi e omissioni di atti d’ufficio. Per loro i pm hanno chiesto la misura interdittiva della sospensione dal lavoro per due mesi. Il gip deciderà nei prossimi giorni.

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