Politica

Primarie regionali, aspettando Cofferati. Burlando: “Nessuna spaccatura, lui e Paita scelte molto differenti”

Regione. “Non valuto, rispetto la decisione di Sergio Cofferati”. Il governatore Claudio Burlando non si sbilancia, attende che l’ex sindacalista sciolga definitivamente le riserve e dichiari, sembra entro fine settimana, se parteciperà o meno alla sfida delle primarie per la corsa alle regionali di primavera.

Cofferati ha infatti preso tempo per una “scelta non facile”, nonostante le sollecitazioni “anche commoventi”, come dichiarato l’altra sera nel salotto di Lilli Gruber. Aspettando il nuovo Godot, il Pd ligure sta a guardare in attesa. “Più che a me, spetterà ai liguri commentare – dichiara oggi Burlando a margine del consueto fine giunta – quando, il 21 dicembre, in decine di migliaia, dovranno orientarsi su due candidature molto differenti per età, genere e profilo politico”. Del resto Cofferati di anni ne ha 66, è stato segretario della Cgil e sindaco di Bologna, poi volato a Bruxelles eurodeputato ligure per il Pd. La quarantenne Raffaella Paita, la prima a scendere in campo, è invece donna e renziana, un passato da assessore comunale alla Spezia, oggi in Regione con la delega alle Infrastrutture e alla Protezione Civile.

Senza dimenticare, poi, gli altri due competitors: Alberto Villa (sempre Pd) e Massimiliano Tovo, esponente dell’Udc, candidato in modo autonomo. Sarà una “prima volta” molto importante, ha spiegato il presidente della Regione, perché di primarie la Liguria ne ha già viste abbastanza, ma mai per lo scranno di piazza De Ferrari. Una corsa non semplice, tra le ferite aperte dell’alluvione e quelle che si potrebbe aprire, come in passato, tra le fila di un partito già alle prese con le spaccature a livello nazionale.

“Io al rischio spaccatura non ci ho mai creduto – sottolinea Burlando – le primarie sono uno strumento di selezione della classe dirigente, sono un momento di maturità”. Nessuna frattura interna all’orizzonte per il governatore che, invece, ne rilancia la necessità, oggi più che mai. Farle e presto. “E’ proprio in momenti come questo che chi deve andare a dirigere la Regione deve essere legittimato fortemente”, dice. E chissà che la Liguria, una volta di più, laboratorio politico per eccellenza, non rilasci qualche nuova sorpresa. C’è chi vede nella discesa in campo del “cinese”, ex segretario della Cgil e dei 3 mln di persone in piazza a Roma, nel 2012, contro l’abolizione dell’articolo 18, un simbolo. Il duello Renzi-Cgil, la spaccatura tra partito e sindacato su un tema forte come quello del lavoro, con lo spettro del Job Act e della fiducia a fare da contorno.

“E’ evidente che sia in atto una discussione su come modernizzare il paese – commenta Burlando – uno scontro sociale politico duro, con momenti drammatici che ciascuno dovrebbe evitare, spero però che i due o più protagonisti di queste primarie mettano al centro le loro idee per il futuro della regione, ognuno con un proprio programma”. Poi certo, ogni consultazione “ha anche una caratura politica e la dialettica forte Cgil-Renzi può avere un suo peso. Cofferati, del resto, ha una personalità importante, anche se alle primarie per la segreteria regionale qualche anno fa fu sconfitto da Basso – ricorda poi il presidente – nel caso, presenterà una piattaforma e Paita la sua. Ora però bisogna rispettare la decisione di Cofferati e poi..poi si partirà”.

Nel frattempo, il fronte civatiano non vuole, per il momento, farsi incasellare: “sulla possibile candidatura di Cofferati esprimiamo un parere favorevole perché le primarie hanno senso di esistere solo se partecipate – spiegano in una nota i liguri – Siamo convinti che lui possa rappresentare alcuni temi importanti anche per noi, primo tra tutti la posizione sulla riforma del lavoro. Ma ci svincoliamo da sostegni a prescindere. Assieme agli altri soggetti della Rete a sinistra abbiamo sempre avuto in mente d’incidere nel dibattito politico con i nostri contenuti, anche nella discussione delle primarie”.

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