Genova. Sembrava che i soldi versati dalle banche nella seconda tranche fossero sufficienti per pagare gli stipendi dei lavoratori Ilva almeno sino alla fine dell’anno, ma potrebbe non essere così. “I rumors di queste ore dicono che i 125 milioni versati dalle banche non sono sufficienti per Ilva, perché evidentemente vanno ai fornitori, che fino ad ora non sono stati pagati – dichiara Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil Genova – e perché dicembre, con la tredicesima, è un mese “doppio”. Questo è quindi un grande rischio per gli stipendi e noi mandiamo un messaggio all’azienda, cioè diciamo di non provare a non pagare ciò che è dovuto ai lavoratori”.
Per la Fiom, se ci sono difficoltà, deve intervenire il Governo “Perché ogni mese non ci può essere questo problema sugli stipendi – prosegue Manganaro – Vorrebbe dire che al di là dei grandi annunci i problemi rimangono e non vorrei che alla fine questo grande gruppo, ArcelorMittal, stia solo aspettando la morte dell’Ilva per poi farsela regalare”.
Il sindacato verificherà nelle prossime ore la questione degli stipendi. “Intanto diciamo al Governo che è il momento di intervenire sul serio e nazionalizzare l’Ilva perché i tempi sono troppo stretti tra i soldi che servono e gli acquirenti che invece giocano ad aspettare che l’azienda finisca in una situazione di grande crisi e quindi di perdita di produzione e lavoro”, conclude Manganaro.