Genova. “Tutti questi fatti di cronaca rapportabili a gruppi di giovani stranieri o italiani sono il sintomo di un’imperfetta o inesistente attività di inserimento di questi ragazzi nel contesto sociale”.
Così il procuratore capo Michele Di Lecce inquadra l’omicidio avvenuto ieri fuori da una discoteca a Genova Campi in cui un ventenne ecuadoriano ha perso la vita per mano di un connazionale coetaneo. Non si tratta, sottolineano in Procura di una guerra tra ‘pandillas’ ma di un fenomeno di disagio sociale più vasto: “Non è una situazione allarmante per un problema di conflitti di bande ma è una situazione preoccupante per il mancato inserimento dei giovani e che hanno problemi a integrarsi e questo si manifesta anche con queste forme”, ha detto Di Lecce che ha ricordato anche come il locale all’interno del quale è sfociata la lite era stato chiuso per 30 giorni a fine settembre con un provvedimento del Questore per questioni legate alla sicurezza.
Intanto sul corpo del giovane Pablo Francisco Trivino mercoledì verrà seguita l’autopsia per analizzare la direzione con cui è stato sferrato il colpo mortale che lo ha colpito al cuore. Il medico legale analizzerà anche la ferita alla gola che ha colpito il 24 enne amico della vittima che si trova tuttora ricoverato all’ospedale Villa Scassi. La ragazza ferita, invece, secondo quanto appreso, sarebbe caduta all’interno della discoteca Las Vegas rompendosi due incisivi ma non sarebbe legata ai due gruppi dalla cui lite è scaturito poi l’omicidio.