Cronaca

Alluvione Genova, è emergenza continua: 14 nuove somme urgenze, ma le frane non finiranno

voltri via delle fabbriche

Genova. “Sono passate poche ore dal tragico evento, e passeranno moltissimi giorni prima di tornare alle condizioni di sicurezza”. Tocca a Gianni Crivello, assessore comunale alla Protezione Civile, rendere conto davanti all’Aula Rossa dell’ennesima alluvione che ha colpito, ancora più violenta, Genova, il suo ponente e la Valpolcevera.

Prima di tutto i ringraziamenti, a nome del sindaco, a “tutti quelli che si sono impegnati in maniera encomiabile, volontari e alle forze dell’ordine, i vigili del fuoco”, poi il rapporto con la Regione “continuo e costante”, e i Municipi il cui “ruolo, politico e tecnico, è ormai insostituibile sul territorio”.

E’ il resoconto di una giornata iniziata all’alba e terminata a sera tarda, a fare il punto in Prefettura. In mezzo il territorio, saturo d’acqua, quei rivi secondari, a Genova 88 oltre il km, di cui 22 tombati a cui se ne aggiungono altri centinaia, i “senza nome”, che non arrivano neppure al km. I torrenti che in Valpolcevera, e a Pontedecimo in particolare, hanno travolto tutto: rio Riccò, rio Fulle a San Quirico, a Certosa, e “con una virulenza incredibile”. “Innegabile che la pulizia sia importante – ha sottolineato l’assessore – ma è una normativa che va affrontata a livello nazionale, con le competenze pubbliche e private che si incrociano”.

“In una fase del pomeriggio abbiamo corso un rischio enorme, potevano esondare in contemporanea Polcevera e Bisagno – ha poi raccontato Crivello all’aula – in pochi secondi abbiamo deciso di intervenire tempestivamente chiudendo strade e ponti, controllando il territorio”.

I numeri parlano da soli: 60 mila sms, alle 15.30 le chiamate vocali. Fuori, la pioggia dirompente: il 9 ottobre, quando è esondato il Bisagno sono caduti in un’ora 135 mm, sabato, invece, solo su Pontedecimo 356 mm, a Scarpino 273 mm, a Fabbriche 106 mm in un’ora.

Più di 450 segnalazioni, 70 frane, di cui 46 particolarmente critiche, e più di 116 sopralluoghi suddivisi per municipi, 30 scuole visitate, in vista dell’apertura di lunedì.

E infine le somme urgenze. Dopo il 9 ottobre il consiglio ne aveva approvate 48, per 24 milioni e 186 mila euro più altre 17 per 6 milioni e 360 mila euro, subentrate dopo. Poi è arrivata l’alluvione di sabato “per cui pensiamo di doverne attivare 14, consapevoli che in parte del ponente le frane lieviteranno in maniera esponenziale”, e la situazione, come dimostra ieri sera il caso ad Albaro “cambia di ora in ora”. Vanno ricordati, ancora gli sfollati: al 9 ottobre 46 fuori casa, (in albergo 18), altri 28 nei giorni successivi, a cui si sono aggiunti sabato i nuovi 33 nuclei, di cui 8 in albergo per un totale di 107 famiglie, circa 300 genovesi fuori casa, e 35 in albergo. Inoltre, le famiglie isolate all’interno delle proprie abitazioni sono state 135, tra i residenti si contavano anche persone ultranovantenni e bimbi con meno di due anni.

Evacuati 6 edifici, di cui uno in via Villini Negrone è pericolante sul fronte della frana, 4 abitazioni sono crollate interamente o parzialmente e oltre 50 sono state danneggiate gravemente dall’acqua o dal fango, mentre nella via Fedelini una intera clinica psichiatrica è rimasta completamente isolata.

In tutto, in questo mese di piogge intense circa 200 frane sul solo territorio cittadino: 80 le strade cittadine interessate che hanno dovuto essere chiuse al traffico e, in molti casi, anche al passaggio pedonale, rende noto la Polizia Municipale.

“La città è in ginocchio, e se non esistono città a rischio zero, bisogna convivere con il rischio, lavorando su prevenzione e cultura di protezione civile – ha concluso Crivello – il grande tema della cementificazione rappresenta una delle cause di quello che sta succedendo a Genova, ma limitarci a questo sarebbe un errore. Penso a realtà territoriali, curate con amore dalle famiglie, come Pra’, non cementificate, ma crollate lo stesso. E’ cambiato il quadro climatico e geologico, ognuno deve fare la sua parte, noi governiamo e abbiamo le nostre responsabilità, ma il contributo di tutti è fondamentale, così come è essenziale,ora, velocizzare i tempi per gli interventi indispensabili”.

“Lo svincolo del Patto di Stabilità dopo le alluvioni vuol dire che il Comune di Genova può attivare debiti per farsi dare dei soldi che dovrà restituire. Tutto bene, ma non basta: a Genova servono risorse dal governo nazionale”, ha commentato il
capogruppo Pd Simone Farello riferendosi a quanto assicurato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.

“Il governo Renzi ha deciso di non stanziare alcun nuovo finanziamento per la messa in sicurezza idrogeologica di Genova dopo le alluvioni, ma di ipotecare le spese del Comune con mutui che graveranno sulle spese correnti dei prossimi decenni”, ha rincarato il capogruppo della Federazione della sinistra Antonio Bruno a margine dei lavori dell’assemblea.

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