Genova. Mercoledì 15 ottobre, 10 giorni prima della manifestazione nazionale della Cgil a Roma, la Camera del Lavoro di Genova ha proclamato quattro ore di sciopero e presidi su tutto il territorio della provincia contro le scelte del Governo in materia di mercato del lavoro.
“Le politiche del Governo mirano soltanto ad una diminuzione dei diritti dei lavoratori senza intervenire sulle decine di forme contrattuali che hanno dato origine alla diffusa precarietà – si legge nella nota diffusa in mattinata – e non affrontano il problema di trovare risorse certe per finanziare gli ammortizzatori sociali, non affrontano il vero problema di questo paese e cioè la creazione di posti di lavoro”.
“In queste settimane il Governo si è concentrato sulla modifica dell’articolo 18 della Legge 300 indicando questo strumento del diritto come il freno che impedisce alle aziende di assumere e a quelle straniere di investire nel nostro Paese – sottolinea poi la Camera del Lavoro genovese – Ha parlato di demansionamento, che significa che le persone possono essere impiegate in funzioni inferiori alla loro qualifica, di precarietà, promettendo da un lato la riduzione delle tipologie contrattuali e pensando allo stesso tempo ad un contratto a tutele crescenti, dove la stabilizzazione può essere aspettata anche per sette anni. In tutto questo però il Governo non è riuscito, nemmeno una volta, a far capire la relazione tra queste misure e la creazione di posti di lavoro. E a differenza di quanto sostiene il Governo, non servirà nemmeno spalmare il Tfr in busta paga, provvedimento dal quale ancora una volta sono esclusi i dipendenti pubblici o smantellare il contratto nazionale di lavoro lasciando il lavoratore solo e ricattabile in una contrattazione aziendale chiusa e unilaterale”.
Infine, “il Governo intende scavalcare le organizzazioni sindacali, negando la necessità e il ruolo di rappresentanza sociale e il valore attribuito al sindacato da milioni di lavoratrici e lavoratori di questo Paese”.