Genova. Sono diversi i motivi dietro al terribile pestaggio dei 4 clochard in piazza Piccapietra, in particolare il racket dell’elemosina e una vendetta per angherie subite. In quattro facevano parte del gruppo di picchiatori che colpirono con un spranga gli “avversari” per 62 volte, rischiando di ucciderli.
Il leader del “commando” per ingaggiare i complici li avrebbe pagati “pochi spiccioli”, dicono gli investigatori. Dopo un primo arresto avvenuto a luglio, gli agenti della squadra mobile di Genova hanno arrestato gli altri tre componenti della banda.
Michail Krahulec, slovacco di 24 anni, il primo ad essere stato arrestato, a Bologna, e ritenuto l’organizzatore del raid punitivo, aveva detto: “Mi avevano maltrattato, picchiato, per questo ho reagito”. Era stato incastrato dal Dna trovato su un passamontagna abbandonato vicino al luogo dell’aggressione. Ma gli agenti ritengono che il vero motivo sia legato al racket dell’elemosina: i senza tetto picchiati avrebbero occupato uno spazio di marciapiede che rende molto e Krahulec non voleva.
In manette sono finiti anche Martin Krocka, slovacco di 32 anni residente a Sarzana, Ahmed Dridi, italiano di origini tunisine di 21 anni, e Karlo Bilani, italiano di origini tedesche di 20 anni, entrambi residenti in Versilia. Dridi è stato fermato mentre cercava di partire per la Tunisia, a suo dire per partecipare a una festa religiosa. Bilani lavora come cameriere in un ristorante.
Krahulec, Dridi e Bilani si sarebbero conosciuti in una palestra di arti marziali e il primo avrebbe chiesto agli altri due e a Krocka di unirsi a lui per punire i clochard e loro, per riconoscenza e pochi spiccioli, lo avrebbero seguito in un viaggio in macchina dalla Versilia a Genova la sera del 25 gennaio. I quattro quella notte posteggiarono l’auto in centro e si diressero verso la piazza. Appena individuate le vittime fecero allontanare un quinto clochard e poi cominciarono a colpire. Poi si divisero per ritrovarsi all’auto e tornare in Toscana.