Cronaca

A Servizio Pubblico la furia di Travaglio su Genova: “investe” Burlando, litiga con un volontario e se ne va

marco travaglio claudio burlando

Genova.  Un fiume in piena, Marco Travaglio a Servizio Pubblico: e ad essere travolto è stato Claudio Burlando, governatore della Regione Liguria. “Adesso risponda lei delle porcate che ha fatto lei con Genova”. Persino Santoro, però, questa volta non rimane al fianco del giornalista, che alla fine abbandona lo studio inviperito.

Ricostruiamo. Puntata di Servizio Pubblico, si parla dell’alluvione di Genova. Burlando è in collegamento, e fin da subito diventa il “bersaglio grosso” da colpire. Una genovese in collegamento lo accusa: “Tre anni fa in questa città sono morte una bambina di un anno e una di otto. E le ha ammazzate lei, ogni volta che ha speso un euro in cemento. Doveva mettere in sicurezza il Bisagno, lei sa che se fosse piovuto di giorno sarebbero morte molte più persone”.

Tutto rimane comunque nei confini del dibattito, tra chi attacca e Burlando che risponde, fino a quando arriva il turno di Travaglio, che si innervosisce per la critica di un “angelo del fango”: “Il suo discorso mi pare fatto da una persona che non conosce la realtà, io in quelle zone ci abito. Il problema di fondo è strutturale, non basterebbe la manutenzione”. Il condirettore del Fatto si innervosisce: “Qui mi sembrano tutti matti. Te la prendi con me anziché con chi ti governa”.

E qui inizia la propria requisitoria contro il presidente della Regione. “Il derby tra la famiglia Sansa e Burlando è un derby tra chi tiene all’ambiente e chi tiene al cemento. Se calcolassimo quanti chilometri quadrati ha aggiunto Burlando nelle sue varie reincarnazioni… se sorvoliamo oggi la liguria e lanciamo uno spillo non riesce a cadere sulla terra, perché è tutto cemento”.

“Stiamo parlando di una politica che ha devastato la Regione Liguria”, insiste Travaglio. Burlando allora ribatte: “Credo che quando si parla di queste cose bisogna conoscerle un pochettino meglio di lei Travaglio”. Poi spara una domanda diretta: ““Lei il Fereggiano lo lascerebbe così com’è o lo devierebbe?”. Il giornalista però prima rimane in silenzio spiazzato, poi non accetta di rispondere: “Ma mi ha preso per un ingegnere idraulico? Vi paghiamo profumatamente per governare, non ci riuscite da 30 anni e se la prende con me? Ma questo è matto”.

“E’ comodo così – risponde il presidente – mi rendo comodo che voi non dovete mai decidere nulla”. Il duello prosegue, Travaglio attacca, Burlando replica: “Senta, Travaglio, lei sta dicendo cose che non sono vere. Adesso ascolti un attimo, così impara qualcosa”. Apriti cielo: “Le assicuro che i professori me li scelgo io – replica Travaglio – e stia sicuro che lei è escluso dal novero”.

Qui si apre la prima crepa con Santoro: “Tutti abbiamo qualcosa da imparare”, osserva il conduttore. “Da Burlando io non ho nulla da imparare – risponde il condirettore de Il Fatto Quotidiano – le autostrade le imbocchi nel senso giusto, non contromano”. Santoro tenta di stemperare: “Allora le imparo io, spieghi a me che sono più disponibile. Anche Riina io ascolto per imparare, si figuri”. Ma i toni crescono lo stesso. Burlando spiega che fine hanno fatto i soldi per Sestri Ponente, ma Travaglio non si fa convincere.

I conflitti continuano, il dibattito diventa gazzarra, finché anche Santoro si schiera definitivamente contro il suo (ex?) editorialista, ed anzi lo tacita più volte: “Non è giusto – grida riferendosi a come Travaglio tratta Burlando impedendogli di rispondere – ha ricevuto delle critiche, è giusto che possa replicare. Questo è un luogo democratico, basta, non si insulta la gente”. E Travaglio, stizzito, prende le sue cose e se ne va. Sullo sfondo la voce di Burlando: “Lei mi ha tirato in ballo per 20 minuti, ora io ho diritto di rispondere…”.

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