Cronaca

Più forte dell’alluvione: danni milionari, ma il Museo Doria riapre a tempo di record

Genova. L’impegno di dipendenti e angeli del fango ha dato i suoi frutti: riapre infatti al pubblico a tempo di record il Museo di Storia Naturale Giacomo Doria, dopo la tragica alluvione di una settimana fa. Sabato 18 ottobre tutti i genovesi e i turisti potranno così tornare a visitare uno dei musei più antichi di Genova (l’attuale sede di Via Brigata Liguria è stata inaugurata nel 1912, ma il museo era a Villetta Di Negro già dal lontano 1867).

Ingenti i danni causati dall’acqua che ha allagato il piano fondi mettendo fuori uso le attrezzature scientifiche, danneggiato gli impianti e i serramenti interni ed esterni. Da una prima stima, la cifra complessiva ammonterebbe a circa 1 milione e 100mila euro. Fortunatamente la maggior parte delle preziose collezioni del museo non è stata toccata dall’acqua.

“Abbiamo lavorato con grande lena – ha detto l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Genova, Carla Sibilla – per dare un messaggio di rinascita a tutta la città. Ciò è stato possibile grazie al lavoro continuo del direttore e del suo staff, dei vigili del fuoco, della protezione civile e soprattutto dei volontari che ci hanno affiancato, dalla Società degli Amici del Museo Doria Onlus ai tanti ragazzi che hanno prestato la propria opera. Naturalmente c’è ancora molto da fare, ma era importante ripartire presto”.

In realtà l’attività del Museo di Storia Naturale non si era fermata del tutto. Nei giorni immediatamente successivi all’alluvione infatti il “Doria” ha ospitato la X edizione del Congresso Nazionale della Societas Herpetologica Italica: 120 ricercatori e studenti provenienti da ogni parte d’Italia si sono confrontati sul mondo dei rettili e degli anfibi.

Il Museo – 5.000 metri quadrati e 23 grandi sale – è molto noto in ambito scientifico internazionale per la ricchezza dei suoi materiali, con un corpus in continuo incremento, che si stima oggi sui 4,5 milioni di esemplari; le collezioni sono soprattutto zoologiche, ma non mancano notevoli raccolte botaniche, mineralogiche e paleontologiche.

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