Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, “sfida autonomista” alla Città Metropolitana: nasce l’Unione del Golfo Paradiso

Bogliasco, Pieve Ligure, Sori. Mettere in comune servizi essenziali come quello della gestione dei rifiuti, arrivando ad una gestione più efficace e al tempo stesso più economica. Una realtà che nel Golfo Paradiso si è da tempo concretizzata, ma che, da lunedì 24 novembre, farà un ulteriore deciso passo in avanti, arrivando ad ottenere più autonomia dalla nuova Città metropolitana.

Quel giorno si terrà infatti l’Assemblea Costitutiva della prima Unione dei Comuni del Levante ligure: “I Comuni di Bogliasco, Pieve Ligure, Sori si associano, ed entro 30 novembre 2014, costituiranno una nuova Unione di Comuni ai sensi del decreto legislativo 267/2000, la quarta in Liguria, la terza in Provincia di Genova, la prima nel Levante Ligure”.

Ad annunciarlo è stato Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco. Al suo fianco Adolfo Olcese, Sindaco di Pieve Ligure e Paolo Pezzana, Sindaco di Sori, che hanno confermato l’assoluta unità di intenti nell’intraprendere questo percorso. “Ci sono sfide che vanno raccolte al momento giusto – ha commentato Olcese – e questo è uno di quelli; i nostri Comuni, che già da tempo collaborano nella gestione di importanti funzioni associate come i servizi sociali, la polizia locale e la gestione dei rifiuti, sono in sintonia, determinati nel dare vita a una forma di collaborazione più efficiente per rilanciare il nostro comprensorio”. “Nella comprensorialità – aggiunge il neosindaco di Sori Pezzana – stanno la sopravvivenza ed il futuro dei nostri territori: Sori, Pieve e Bogliasco rappresentano, unite, una perla di assoluto valore nel Golfo Paradiso, un territorio con un potenziale unitario di attrazione turistica e culturale e di valorizzazione ambientale. La nostra sarà un’Unione di eccellenza, capace di portare le nostre proposte ben oltre i confini che un lavoro solo su scala comunale avrebbe potuto consentirci”.

Una mossa che permetterà anche di mantenere i tre comuni maggiormente “indipendenti” dalla nuova Città Metropolitana. Senza l’Unione dal primo gennaio 2015 i tre Comuni, tutti sotto i 5000 abitanti, “non potrebbero più svolgere autonomamente acquisti o gare di appalto senza passare per le centrali costituite presso enti superiori – continua Pastorino – sarebbero interamente soggetti ad un patto di stabilità sempre più asfissiante, perderebbero di autonomia senza contare alcunché nel contesto della nuova Città Metropolitana di Genova. In questo modo senza aggiungere nuovi costi ai bilanci comunali, andremo a beneficiare di un contributo nazionale e regionale aggiuntivo a favore delle Unioni di Comuni, aumentando il nostro peso politico, rappresentativo e operativo”. E, anche se si parte in tre, si potrebbe finire per essere molti di più. “Restiamo – aggiunge Olcese – più che volentieri aperti a tutti gli altri Comuni del comprensorio, specie i più piccoli, qualora intendessero aggregarsi a questo percorso, anche in tempi brevi”.

I tre Sindaci in trenta giorni dovranno approvare nei rispettivi Consigli prima una lettera di intenti e poi lo Statuto dell’Unione, eleggere i rappresentanti dei Comuni nel consiglio dell’Unione, che, come la Città Metropolitana, è un ente di secondo livello per il quale hanno diritto di voto i soli Consiglieri comunali; convocare il Consiglio dell’Unione e costituirla formalmente.

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