Cronaca

Alluvione, l’ultimo abbraccio ad Antonio Campanella: “La sofferenza di Genova è grande, non succeda più” fotogallery

Genova. Parenti, amici, conoscenti, semplici cittadini. Nel giorno di lutto, Genova si stringe, in punta di piedi, dimostrando come sempre la sua grande dignità, intorno alla chiesa di via Bobbio per celebrare i funerali di Antonio Campanella, vittima dell’alluvione che giovedì sera ha, di nuovo, travolto il capoluogo ligure.

Nell’ultimo saluto all’ex infermiere 57enne prevale un rispettoso silenzio e una grande compostezza. Nessuna passerella, come richiesto dai familiari. Le persone arrivano piano piano. Ci sono i commercianti di Borgo Incrociati e del Fereggiano, negli occhi la paura di non farcela, di nuovo, e la speranza che questa volta le promesse siano debito, gli autisti di Amt dalla vicina rimessa, la gente comune. Pochi i giovani, ancora impegnati a spalare il fango ovunque.

Arriva, fra i primi, il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, con il direttore sportivo e alcuni giocatori, Palombo e Gastaldello. “Spero di portare il mondo del calcio a contribuire per questa città, affinché non ne abbia più bisogno. Di questa vittima si è parlato poco o nulla”, ha detto
Ferrero. Ma nella chiesa della Sacra Famiglia c’è anche il Genoa con il capitano Luca Antonelli, una delegazione della squadra e della società. Oltre alle tante iniziative di solidarietà, promosse dalla squadra rossoblù, i tifosi del Genoa hanno promosso una raccolta di generi di prima necessità che saranno distribuiti domenica nei paesini dell’entroterra distrutti dall’alluvione.

Poi il prefetto Fiamma Spena, il questore Vincenzo Montemagno, l’assessore Giovanni Boitano su delega del governatore Burlando, in rappresentanza di tutta la Regione, l’assessore comunale Elena Fiorini, in rispetto della volontà della famiglia. Ė comunque intenzione del sindaco incontrare la famiglia in forma privata. “È giusto che in questo momento i cittadini possano esprimere i propri sentimenti di dolore e cordoglio in modo solidale e composto – si legge in una nota di Palazzo Tursi – Il sindaco Doria ha compreso lo stato d’animo dei familiari e ha rispettato il desiderio di non concentrare l’attenzione sulla presenza delle autorità”.

Il feretro entra in chiesa su una bara di ciliegio coperta da fiori rossi e bianchi, seguito da parenti e amici. Monsignor Marco Doldi, vicario generale dell’arcidiocesi di Genova, dà inizio all’omelia: “Desta sgomento che la città, che dovrebbe essere la casa sicura per tutti, diventi improvvisamente insidiosa, un luogo dove si può perdere perfino la vita. La sofferenza di Genova è stata e resta grande. Non succeda più che una persona viva da sola e muoia da sola”. E ancora, il monito: “Preghiamo affinché l’impegno generoso che tanti hanno profuso costituisca l’inizio per
realizzare quelle opere urgenti, capaci di scongiurare rovine e sofferenze come quelle che abbiamo sotto gli occhi. L’impegno per la solidarietà sia presupposto perché la nostra città rialzi la testa”.

Genova, composta, lascia il passo ad un rispettoso ultimo abbraccio, perché questa sia l’ultima vittima di una tragedia che non deve ripetersi. Ed è anche l’appello lanciato dalla famiglia di Antonio Campanella ai parenti delle vittime delle altre alluvioni: creare un’associazione per vigilare e per chiedere giustizia. “Mi sento vicino a chi ha perso tutto – ha detto Roberto Albini, il nipote, alla fine della funzione – A questo punto però chiedo solo giustizia”.

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