Cronaca

Alluvione Genova, Arpal: “Continuano equivoci e strumentalizzazioni. Molti i servizi garantiti alla collettività”

arpal bandiere a mezz'asta

Genova. “Il momento è molto difficile, ma continuare a far leva sulla scarsa conoscenza di procedure e strumentalizzare le informazioni fomenta la giusta collera di chi ha perso tutto, indirizzandola su chi ha la sola ‘colpa’ di lavorare con competenza e professionalità per l’Agenzia, rasentando il rischio di arrivare a temere per l’incolumità fisica di tutti i tecnici Arpal”.

E’ il duro j’accuse dell’agenzia regionale dopo una settimana di “una serie di interpretazioni forzose atte a screditare agli occhi dell’opinione pubblica il ruolo di un ente che garantisce molteplici servizi alla collettività”. L’ultimo esempio? La vicenda di ieri sulle bandiere a lutto. “La sede Arpal è in via Bombrini 8, a Sampierdarena – ribadisce oggi una nota – dove le bandiere sono state ovviamente abbassate. In viale Brigate 2 abbiamo alcuni uffici, ma siamo inquilini di poche stanze in un palazzo di diversi piani, che ospita molti altri soggetti. Non ne curiamo la gestione”.

Poi non da ultimo c’è la questione dell’allerta mai data, per cui Arpal è stata tirata in ballo nell’ultima settimana nonostante sia la Protezione Civile l’ente preposto alla decisione. “Le previsioni dell’8 e 9 ottobre parlano di temporali forti, organizzati e persistenti, e delle conseguenze attese – sottolinea Arpal – i messaggi di aggiornamento in corso di evento, invece, riportano solo dati osservati, quello che è appena successo, e l’evoluzione a brevissimo termine. Si sta minando la credibilità di chi, a supporto di Enti e Procure, al servizio dei cittadini, ogni giorno è impegnato in attività di controllo dai campi elettromagnetici alle sorgenti radioattive, dalle discariche all’acqua, dalle analisi di laboratorio su alimenti e qualità ambientale all’aria e ai pollini, dalla biodiversità alle verifiche impiantistiche, dai monitoraggi di tutte le matrici ambientali alla gestione delle corrispondenti banche dati regionali. Insomma, di chi lavora quotidianamente a garanzia di ciò che beviamo, mangiamo e respiriamo”.

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