Cronaca

Alluvione, Fontanabuona di nuovo flagellata: “Danni non solo materiali, servono opere risolutive”

Fontanabuona. A meno di un anno dal tragico evento di Carasco, che ha causato anche due vittime, un nuovo nubifragio si è abbattuto nelle scorse settimane sulla Fontanabuona, andando ad intensificare i danni già presenti. Ma la popolazione non si arrende e combatte per risollevare le sorti di un territorio fragile, che rischia di essere messo sempre più in ginocchio.

“Per fortuna questa volta non ci sono stati morti, ma l’automobilista che è finito giù dalla scarpata in località la Squazza, a Borzonasca, è vivo per miracolo – spiega Claudio Solari, portavoce del Comitato Salviamo la Fontanabuona – nel nostro territorio la situazione è drammatica e presto inizieremo un’azione molto incisiva verso gli enti pubblici per fare in modo che qualcosa cambi davvero”.

Ai danni del 2013, alcuni dei quali ancora irrisolti, si sono sommati quelli della recente alluvione e la Fontanabuona è stata messa nuovamente a dura prova. Molti Comuni hanno anche anticipato risorse per mettere in sicurezza il territorio, ma nonostante questo le criticità sono rimaste. Prima dell’ultimo nubifragio, infatti, la strada Provinciale di Sant’Alberto, nel Comune di Lumarzo, era ancora chiusa, mentre in quella di Verzi (tra Lorsica e Cicagna) si viaggiava a senso unico alternato. Stessa cosa vale per la strada a Vignole, nel Comune di San Colombano. Ancora isolata la località Scagnelli, a Cicagna, visto che è interrotta la strada tra Basci e Sottanego. Gli abitanti, quindi, per arrivare a casa devono percorrere un lungo tratto a piedi.

Questi sono solo alcuni dei danni rimasti dall’alluvione dell’anno scorso, che sono andati ad ingigantirsi e a cui se ne sono aggiunti altri, ovvero frazioni isolate e diverse frane a Moconesi, Tribogna e Lumarzo. Attualmente le strade provinciali chiuse sono 4: Sant’Alberto, Verzi, San Marco d’Urri e la provinciale di Neirone sopra Roccatagliata. Per non parlare dei danni alle aziende agricole e non solo, alla scuola di Calvari e agli impianti sportivi, soprattutto a Calvari e Ferrada, dove è crollato nel torrente Lavagna il muraglione del campo da calcio. Poi c’è la pista ciclabile, un vero e proprio gioiello che ha subito a sua volta diversi danneggiamenti.

La preoccupazione è quindi tanta. “Bisogna pensare alla difesa del suolo pubblico, alla prevenzione tramite la pulizia e il ripascimento del fiume Entella e del torrente Lavagna, che tra l’altro ha eroso l’argine destro a Pian dei Ratti e Maggi, quindi occorrerebbe una massicciata – prosegue Solari – Poi ci sono problemi simili anche in alcuni punti a Orero, San Colombano e Carasco”.

Danni materiali, ma non solo. “Il ponte di Carasco è stato ricostruito, quindi dovrebbe essere sicuro, ma ogni volta che c’è una minima allerta viene chiuso e i cittadini sono costretti a fare giri lunghissimi per potersi spostare – spiega ancora il portavoce – servono opere importanti perché l’entroterra dovrebbe essere un posto apprezzato per l’aria pulita e la tranquillità, ma ormai le persone ci pensano due volte prima di venire a vivere qua, anzi alcuni se ne vanno, e anche il mercato immobiliare è sempre più in crisi”.

Danni materiali e danni economici, dunque, con una svalutazione delle case e il rischio di un sempre maggiore spopolamento della valle. Oggi l’Assessore regionale al Bilancio economico Pippo Rossetti, insieme alla neoeletta Consigliera della Città Metropolitana e del Comune di Genova Cristina Lodi, faranno un sopralluogo per verificare i danni sul territorio e sabato mattina farà la stessa cosa il senatore Vito Vattuone.

Intanto il Comitato Salviamo la Fontanbuona ha organizzato per domani, alle ore 17 presso la sala convegni dell’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese (ex-scuola elementare) in Via Caduti 4 a Gattorna, un’assemblea pubblica per discutere dei danni alluvionali, a cui prenderà parte anche l’onorevole Luca Pastorino.

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