Genova. “Vale il principio di garanzia e di presunzione di innocenza”. L’assessore al Personale del Comune di Genova Isabella Lanzone commenta i premi a tre dirigenti sotto processo per l’alluvione del 2011 e sottolinea come “qualsiasi giudice del lavoro ci avrebbe condannato se avessimo fatto diversamente. Quando il Comune ha avuto delle prove certe ha licenziato subito i suoi dipendenti, ma ora non abbiamo ancora delle prove certe”.
“Il problema – spiega – è sorto sui premi liquidati nel 2014 relativi al lavoro svolto nel 2013. E’ comprensibile il dolore dei familiari delle vittime dell’alluvione 2011 – ha aggiunto Lanzone -, ma si tratta di una parte di retribuzione, non di un premio, prevista dalla legge. Si tratta di emolumenti legati al lavoro svolto nel corso del 2013. Ai tre dirigenti non abbiamo liquidato le retribuzioni di risultato al 100% ma a percentuali inferiori, la valutazione che gli abbiamo dato non era piena”.
I tre hanno preso tra 5.700 e 6.800 euro per stipendi tra i 73 mila e i 93 mila lordi annui. Sandro Gambelli e Gianfranco Delponte hanno avuto stipendi decurtati del 20% circa a seguito del demansionamento.
“E’ un’amara sorpresa che lascia senza parole. Genova, i genovesi e mia figlia non si meritano tutto questo. Io – è stato il commento di Marco Costa, il padre di Serena, la ragazza di 19 anni morta nell’alluvione – cerco di stare calmo, ma tutta questa vicenda ti lascia un senso di impotenza addosso”.
“In tutti questi anni – continua – ho chiesto che venisse messa una protezione al civico due di via Fereggiano, dove sono morte cinque persone trascinate da un vortice d’acqua, ma nessuno ha mai fatto nulla. Ecco, per esempio questi dirigenti premiati avrebbero potuto fare una colletta e provvedere. Oppure avrebbero potuto destinarli per un’altra opera per la messa in sicurezza da qualche altra parte. Sarebbe stato un segnale da parte loro, magari sarebbero riusciti a riscattarsi. E invece abbiamo ricevuto un’altro smacco da tutta questa vicenda. Queste persone dovrebbero prendersi le conseguenze per quanto fatto, ma tutto questo dimostra che abbiamo un sistema inefficace”.