Genova. “Ogni cambiamento sulla mobilità di Genova muta il bilancio di un negozio. Le piste ciclabili in via XX Settembre portano in questo momento più danno che altro”. E’ la capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a portare avanti la bandiera dei commercianti del centro, restii al progetto di Tursi di arricchire l’arteria centrale di nuove piste ciclabili, anello di congiunzione, in un progetto più ampio, tra la parte vecchia della città e Corso Italia.
“I commercianti chiedono di ripensarci – ha detto in aula la Lauro – e noi ci auguriamo che, il noto immobilismo di Genova continui anche nel caso dell’antica via Giulia, costruita come via di lunga percorrenza per unire una parte all’altra della città. Perché poi, non dimentichiamolo, il terrore dei commercianti è che dalle piste ciclabili si arrivi alla follia di rendere pedonale la via. Fermate questo progetto – ha aggiunto – lasciate gli equilibri come sono, alle spalle di via XX Settembre c’è già un principio di desertificazione, e la relativa delinquenza”.
“Ne abbiamo parlato più volte, con il tessuto commerciale ho condotto un lungo percorso di riflessione e condivisione, da giugno a ottobre 2013, in cui abbiamo recepito anche le esigenze specifiche – ha risposto l’assessore Annamaria Dagnino – L’equilibrio non muterà, la regolazione dei passaggi veicolari non cambia, anzi migliora. Via XX Settembre è una strada di scorrimento e non possiamo farne a meno soprattutto per quanto riguarda i mezzi pubblici. Questo progetto è un arricchimento per la riqualificazione – ha sottolineato – con una rete di stalli merci ad hoc per il tessuto commerciale, ad esempio”.
Senza poi dimenticare il movimento dei ciclisti urbani, in continuo aumento. “Una fruizione della strada in termini di piste ciclabili non può che migliorarla, come del resto avviene in tutte le città europee. Inoltre – ha concluso Dagnino – questo intervento si inserisce in un piano organico, collegamento con il centro storico e Corso Italia, e ripeto, sarà un arricchimento e non un’ulteriore criticità per il commercio, già provato dalla crisi”.