Regione. Il disegno di legge che formalmente revoca la legge regionale che concedeva una deroga al conferimento dei rifiuti in discarica in attesa di consentire ai Comuni la realizzazione di impianti di pretrattamento, è stato approvato oggi in giunta.
Lo hanno comunicato il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l’assessore regionale alle infrastrutture e ai rifiuti Raffaella Paita dopo la decisione contraria espressa dal Governo di proseguire con la deroga.
“Abbiamo cercato di dare ai Comuni ancora la possibilità di qualche mese in più per potersi adeguare e realizzare così gli impianti previsti anche a livello europeo – ha spiegato Paita – ma a seguito dell’accelerazione impressa alla vicenda questo non è più possibile e da subito si dovrà conferire i rifiuti liguri in altre discariche fuori regione. Questo non è più il tempo delle proroghe bisogna guardare in faccia la realtà e adeguarsi, cercando di utilizzare l’accordo che avevamo già siglato con la Regione Piemonte per raccogliere una quota dei nostri rifiuti”.
Ammontano a circa 600.000 tonnellate il quantitativo di rifiuti liguri che dovrebbe essere portati fuori regione. Tariffe e volumi dovranno però essere definiti dai singoli Comuni che si dovranno accordare con il Piemonte.
“Ora serve uno scatto di reni di Comuni e aziende – ha continuato Paita – che dovranno fare quanto non è stato fatto negli anni precedenti con una regia da parte della Regione. Chiaramente adesso i vari Comuni dovranno individuare i siti e realizzare gli impianti di pretrattamento i cui tempi di realizzazione non sono comunque lunghissimi”.
L’assessore regionale ai rifiuti ha ribadito che non ci sarà più possibilità di proroghe e ha invitato i Comuni ad affrontare la situazione con decisione. Dopo l’approvazione di oggi da parte dell’organo esecutivo della Regione, il disegno di legge approderà nei prossimi giorni in consiglio regionale per l’ok definitivo che sancirà la chiusura di ogni conferimento alle discariche. Tenendo conto che la situazione appare variegata in Liguria, con il comprensorio genovese e savonese nettamente in difficoltà rispetto a Spezia e Imperia. A Genova infatti la discarica di Scarpino sarà fuorilegge per mesi, da quando cioè il disegno di legge approvato oggi sarà approvato dal consiglio (metà ottobre) fino alla costruzione del primo impianto di separazione secco-umido in città (luglio presumibilmente), come imposto dalla legge nazionale.
“Abbiamo cercato di portare avanti iniziative che spingessero i Comuni a fare le scelte giuste in materia di rifiuti – ha spiegato il governatore Claudio Burlando – penso all’ecotassa, all’incentivo alla differenziata, con i fondi europei finanzieremo anche i biodigestori per l’umido e infine abbiamo provato a dare un po’ di respiro a chi non aveva ancora l’impianto di pre trattamento. Il governo però reputa che questo non sia accettabile, e non vogliamo aprire un contenzioso davanti alla Corte”. Quanto al caso Genova, “Lunedì ci vedremo a Tursi – ha aggiunto Burlando – noi abbiamo il compito di aiutare nella fase emergenziale poi è chiaro che Comune e Amiu dovranno discutere con chi riceverà i rifiuti, evitando in tempi rapidi che si vada in una situazione di emergenza, sperando che nel frattempo i vari gestori costruiscano gli impianti necessari, né complicati e neanche
molto costosi che, vanno fatti subito””.
Paita ha annunciato inoltre che il piano dei rifiuti che porterà in consiglio prossimamente conterrà non solo indicazioni sugli impianti e gli ambiti, ma anche sulle tariffe. Sarebbero infatti due i milioni di euro mensili stimati per lo smaltimento fuori regione dei rifiuti di Scarpino con conseguente rischio aumenti in bolletta per i genovesi. “C’è un tema ambientale – ha concluso Paita – che è prioritario e un tema finanziario che incide sui cittadini e che è altrettanto importante e non può essere messo da parte in un momento di crisi come l’attuale”.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil sono già in stato di allerta: chiedono un incontro urgente alla Regione per “essere messi a conoscenza dello stato dell’arte della situazione e, alla luce del nuovo quadro, delle misure che intende intraprendere per garantire la realizzazione degli investimenti e il conseguente adeguamento degli impianti evitando conseguenze per l’attività lavorativa e limitando il più possibile i costi aggiuntivi”.
“Uno scenario simile, per quanto inevitabile e dettato dalla “bocciatura” della legge ponte da parte del Ministero, comporterebbe un aggravio di costi con la conseguenza di dover impegnare risorse aggiuntive a bilancio in una situazione già resa precaria dai tagli ai trasferimenti e dalla necessità di realizzare investimenti straordinari in molti settori, non ultimi proprio quelli necessari alla realizzazione dei nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti – spiegano i sindacati – Inoltre, con la previsione di interrompere l’attività di conferimento negli impianti liguri, viene messa a rischio la prosecuzione dell’attività lavorativa di centinaia di dipendenti in tutta la Regione”.
Anche l’opposizione in via Fieschi è già in moto. Roberto Bagnasco, Forza Italia, ha già presentato un’interrogazione urgente.“Il ritiro della Legge 21 provocherà una situazione insostenibile dai Comuni e sarà un danno economico per tutti i cittadini liguri. Questa è la dimostrazione di come la Regione abbia fallito in maniera clamorosa e disastrosa, sia in termini politici che in termini tecnici”, annuncia l’esponente di Forza Italia.