Cronaca

“Car pooling”, tassisti genovesi infuriati: “Pronti a querelare chi esercita abusivamente la professione”

Multitaxi

Genova. Sul mercato del trasporto si stanno affacciando persone che vogliono operare in sfregio alle normative vigenti. “Chiamare ‘Economia condivisa’ e, nello specifico ‘Car pooling’, ciò che molto banalmente è l’esercizio abusivo della professione di tassista o noleggiatore di veicoli con conducente, è fuorviante per chi aderisce a queste proposte, sfruttandone la condizione economica precaria e proponendo delle condizioni di lavoro che possono definirsi tranquillamente schiavistiche: al netto dei costi, si parla di 4 euro all’ora”, spiega Stefano Benassi, presidente della Cooperativa Radio Taxi Genova.

I tassisti genovesi sono sul piede di guerra. “La modalità di approccio attraverso social network  che promettono di far guadagnare fino a 100 euro al giorno usando il proprio veicolo rende evidente che viene proposta un’attività illecita sotto diversi profili giuridici: fiscale: l’attività è completamente in nero; assicurativo: i veicoli che vengono utilizzati non sono assicurati per i terzi trasportati; evasione di contributi INPS; evasione di contributi INAIL; codice della strada: l’esercizio abusivo della professione di autista con un mezzo privato è punito con il ritiro della patente, la confisca del veicolo e una sanzione pecuniaria che può arrivare ad oltre 6.000 euro. sicurezza dei veicoli: chi opera non offre nessuna garanzia che il proprio veicolo sia collaudato e meccanicamente in ordine”.

La Cooperativa Radio Taxi Genova, in piena e totale collaborazione con il Comune di Genova e la Polizia Municipale, querelerà chiunque venga sorpreso ad esercitare abusivamente la professione di tassista e lo perseguirà in tutte le sedi e in tutti i gradi di giudizio. “Si invita la cittadinanza a utilizzare esclusivamente gli operatori professionali del trasporto persone e a non aderire a servizi falsamente spacciati per innovativi, dietro i quali altro non si cela che un’azienda che opera in tutto il mondo nella pressoché totale illegalità”, conclude Benassi.

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