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Calcio, amarcord: nel 1961 la Rappresentativa Ligure Dilettanti si arrende ai rigori nella finale del Trofeo Zanetti

gli ingauni Celiberti, Ciotti, Rumazza

Liguria. Un ingiallito stralcio, datato 9 marzo 1961, del giornale “Il nuovo cittadino”, a firma Riccardo Carovino, ci fa tornare indietro nel tempo di oltre cinquant’anni, grazie all’interessante lettura di “un calcio che fu”, che racconta – incuriosendo il lettore – di come la Rappresentativa Ligure dei Dilettanti avesse, in quei giorni, raggiunto la fase finale del Trofeo Zanetti (una sorta di Campionato Nazionale), a tal punto da sollecitare il desiderio di voler sapere “come è andata a finire”.

La scorrevole scrittura dell’articolo ha, infatti, come oggetto la vittoria dei “liguri” nel “raggruppamento toscano” (uno dei quattro in cui era stata suddivisa l’Italia) e quindi tratta la meritata qualificazione alle finali di Roma, ottenuta superando – nei confronti ad eliminazione diretta – dapprima le Marche (goal di Elio Taccioli, in zona Cesarini, sul campo di Lido di Camaiore) e costringendo, poi, alla resa, al secondo turno, i favoriti della Toscana, battuti per 1-0 (rete di Enzo Celiberti, un passato nelle giovanili della Lazio) sul loro terreno di casa di Poggibonsi, scelto appositamente – fra le proteste del Dirigente Responsabile Ligure, il mitico “Pippi” Postiglioni – in quanto la squadra di questa cittadina aveva fornito ben quattro giocatori alla rappresentativa toscana, accaparrandosi così i favori del pubblico.

Nell’intervista del ’61, Postiglioni tesse le lodi dei ragazzi di mister Vittorio “Toio” Sardelli (ex colonna difensiva del Genoa, in coppia con Fosco Beccatini), in particolare dell’interno (così venivano definiti allora i centrocampisti offensivi) Celiberti e del capitano, il “mediano” Elvio Rumazza, entrambi dell’Albenga. Citazioni di merito anche per Costa e Merello della Lavagnese e per i terzini dell’Alassio Bodrato e Sala. Inoltre, in chiusura, il giornalista fa due nomi per i quali auspica un futuro in qualche “grossa squadra”, segnalando per l’appunto due calciatori cresciuti rispettivamente in Sampdoria e Genoa, i già citati Taccioli (del Diano Marina) e Rumazza.

E’ quindi proprio Elvio Rumazza, che andiamo a cercare, per farci raccontare “in prima persona” l’esito delle successive finali nazionali… e subito lui, da autentico costruttore di gioco quale era, imposta l’azione, coinvolgendo chi, in quelle finali, ha fatto la parte del leone come goleador: l’attaccante Gaetano “Nino” Ciotti.

La coppia, ex ingauna come Celiberti, ha la memoria di ferro e ci racconta di come nella semifinale, a Tivoli, la Liguria ha “fatto fuori” i padroni di casa del Lazio, con un combattuto 3-2 (doppietta di Celiberti e goal proprio di Ciotti), prima di andare a giocarsi la finale, al Flaminio di Roma, contro l’Emilia Romagna, la vincente del difficile “concentramento” veneto. Ed è ancora Ciotti a marcare la rete dell’1-1, con cui si chiudono, non solo i 90 minuti, ma anche i supplementari… si va ai rigori per decidere la squadra da scrivere nell’albo d’oro di una competizione che, dal successivo 1972, verrà denominata Trofeo Barassi.

Come è finita, dunque? Beh, chi volesse andare a cercare in internet la “Storia del Torneo delle Regioni”, non troverà, purtroppo, la squadra ligure tra le vincitrici…

Nella lotteria dei rigori, proprio i nostri due interlocutori, hanno estratto dal cilindro il pallone sbagliato… del resto anche Franco Baresi e Roberto Baggio, ai Mondiali USA ’94, al Rose Bowl di Pasadena, non hanno avuto miglior fortuna…

Nella foto, tris d’assi della Rappresentativa Ligure Dilettanti: gli ingauni Celiberti, Ciotti, Rumazza.

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