Genova. Quasi sette ore. Tanto è durato il sopralluogo preliminare sulla Jolly Nero, la porta container della Linea Messina che il 7 maggio del 2013 in manovra abbattè la Torre Piloti del porto di Genova provocando la morte di 9 tra militari e civili.
Il superperito del tribunale Alberto Marinò dell’università di Trieste, insieme agli altri esperti nominati da tutte le parti, ha analizzato la nave, i suoi motori e tutti gli aspetti della navigazione. La portacontainer è rimasta tutto il giorno ferma al terminal Messina con i motori spenti.
Le parti si dovrebbero aggiornare al prossimo 10 ottobre quando è prevista un’udienza davanti al gip Ferdinando Baldini.
Ad attendere la fine del sopralluogo c’era Adele Chiello madre di Giuseppe Tusa, uno dei militari della capitaneria di porto morto nel tragico incidente. “Più passa il tempo- aveva detto la donna – più aumenta in noi la fame di giustizia, la speranza e la volontà che in tutte le fasi processuali emerga la verità: aldilà di ogni ragionevole dubbio, quella tragedia poteva e doveva essere evitata”.