Cronaca

Truffa alla Carige, arrestati i dirigenti del Centro fiduciario: nuovi provvedimenti anche per Berneschi e Amisano

Genova. Nuovi arresti nell’ambito della truffa alla Carige. Il blitz della guardia di finanza di questa mattina negli uffici del Centro fiduciario Spa, controllata di Banca Carige, ha infatti portato all’arresto di Antonio Cipollina, direttore generale, Gianmarco Grosso, vicedirettore e Marcello Senarega, procuratore del Centro.

Nello stesso ambito la Procura ha anche emesso nuovi provvedimenti domiciliari per Giovanni Berneschi e per sua nuora Francesca Amisano, già gravati da un identico provvedimento per l’altro filone di inchiesta.

L’indagine delle Fiamme Gialle dimostra come la società fiduciaria genovese abbia costituito, in alcune occasioni, un crocevia strategico per la gestione di pratiche finanziarie opache o comunque riguardanti capitali di provenienza illecita, relativi anche al carismatico leader ventennale del gruppo bancario-assicurativo.

È stato accertato, infatti, che l’operato dei vertici direttivi del Centro Fiduciario Spa era orientato, sotto l’influenza del Berneschi che rivestiva anche la carica di vice presidente del C.d.A. della società fiduciaria, a tutelare, anche in violazione delle prescrizioni previste dalla normativa antiriciclaggio, alcuni clienti, titolari di depositi di rilevante importo, tra cui lo stesso Giovanni Berneschi ed il relativo nucleo familiare.

I tre dirigenti arrestati avevano attuato una serie di comportamenti illeciti volti alla sistematica manomissione, sostituzione ed occultamento di documentazione detenuta dalla società fiduciaria, al fine di impedire che alcune operazioni finanziarie realizzate da facoltosi clienti, e per essi dalla stessa fiduciaria, finissero sotto i riflettori degli ispettori della Banca d’Italia e dell’Unità di Informazione Finanziaria durante le operazioni ispettive che hanno interessato la società fiduciaria, ostacolandone l’attività di vigilanza.

Tra le operazioni che sono stato oggetto di omissione informativa ed occultamento di documentazione vi sono state quelle relative ai rapporti fiduciari accesi a nome di Giovanni Berneschi e del suo nucleo familiare, in cui sono confluiti gli oltre 13 milioni di euro detenuti dall’ex Presidente del Gruppo bancario in Svizzera in violazione delle norme sul monitoraggio fiscale. Per tale motivo allo stesso è stato contestato il reato fiscale di dichiarazione dei redditi infedele avendo occultato al fisco redditi per un valore corrispondente ai predetti importi.

A nulla è valsa l’operazione di scudo fiscale fatta per queste somme dalla moglie e dalla nuora di Giovanni Berneschi in quanto si era proceduto ad una intestazione fittizia delle disponibilità finanziarie a nome delle due donne, nei confronti delle quali, per tali fatti, viene mossa l’accusa di riciclaggio.

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