Recco. C’è tanta soddisfazione nelle parole dei protagonisti del bronzo azzurro. Una medaglia che sarebbe potuta essere di un metallo più pregiato, dato che la semifinale ha visto l’Italia cedere per un soffio all’Ungheria, ma che viene comunque accolta con gioia, anche perché, all’inizio del torneo, erano tante le incognite che gravavano sugli azzurri. Tutte allontanate con i risultati e il gioco.
Una squadra che, per sette tredicesimi, era composta da atleti tesserati per la Pro Recco: Stefano Tempesti, Pietro Figlioli, Alex Giorgetti, Andrea Fondelli, Massimo Giacoppo, Niccolò Figari, Matteo Aicardi.
Una medaglia speciale per Alex Giorgetti, di sangue metà savonese e metà ungherese. “Onestamente ho sognato un’altra finale, magari sarà quella dei campionati mondiali di Budapest 2021 – dice -. Sono contento perché l’allenatore ha creato in poco tempo un gruppo di giovani brillanti, determinati, vogliosi, senza paura che sono riusciti ad integrarsi senza fatica. Questa è la medaglia dello staff, della squadra; ce la siamo meritati. Mi spiace di aver perso contro l’Ungheria perché abbiamo disputato una grande partita, ma il bronzo significa che ai campionati mondiali di Kazan possono essere ancora più convincenti per arrivare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro tra le squadra da battere o la squadra da battere”.
“Alla vigilia del torneo avevo detto a Mladan Janovic che ci saremmo visti in finale – dice Niccolò Figari -. Non avevo specificato se per il primo o per il terzo posto. Prima della finale gli avevo ribadito che chi perdeva avrebbe pagato la cena e gli avevo suggerito di preparare il portafoglio. Stasera cena pagata. Siamo grandi!”.
Matteo Aicardi la vede così: “Se penso che sono partito dalla brutta figura dei campionati mondiali di Roma 2009 quasi non ci credo – afferma -. E’ stato come un battesimo del fuoco o un rito d’iniziazione. Poi tra Olimpiadi, Mondiali, Europei e World League abbiamo conquistato un oro, tre argenti e due bronzi, compresa questa medaglia fantastica. Non si può volere di più. Tutto questo considerando il cambiamento e l’inserimento delle nuove leve. Siamo arrivati qui completamente da outsider, nessuno se l’aspettava. Noi sapevamo che avevamo dentro le possibilità di arrivare fino alla fine; peccato aver perso la semifinale per così poco con l’Ungheria. Però il rammarico di quel risultato è completamente cancellato da questa grande prestazione”.
“E’ come avere vinto un oro senza fare demagocia e fantaretorica – commenta capitan Stefano Tempesti -. Questa squadra è cresciuta davvero presto. Se non stiamo giocando la finale è perché ci manca davvero poco, quel pizzico di malizia ed esperienza che solo partite come quelle con la Croazia, l’Ungheria e il Montenegro ti danno. Queste sono le partite che fanno diventare grandi, fanno crescere. Ci siamo misurati coi più forti. Abbiamo dimostrato carattere, voglia e personalità. Un complimento a tutti. Con lo spirito sono come Velotto. E’ l’età che mi frega, ma ancora mi emoziono e darò sempre il massimo per la Nazionale fin quando avrò l’onore di giocare”.
“Sono veramente felice di stare in questo gruppo – dichiara Pietro Figlioli -. Sandro ha svolto un lavoro eccezionale. Come diceva all’inzio, molti di questi ragazzi non hanno ancora mai giocato una finale dei playoff di campionato. Con questa vittoria abbiamo dimostrato di potercela giocare con chiunque. Il nostro gioco di squadra ha distrutto tutti quelli che avevamo davanti, tranne i campioni del mondo dell’Ungheria. Ripeto avevamo un gruppo nuovo e non mi sarei aspettato una gioia così intensa”.
Il commento di Stefano Luongo: “Questa è la ciliegina sulla torta di un’annata iniziata male personalmente, ma finita bene. Meritavamo questa medaglia dopo la beffa contro l’Ungheria. Questa farà sicuramente morale per il futuro, perchè questo è un gruppo che può fare e dare ancora molto”.
“Partita straordinaria perché siamo partiti male come con l’Ungheria e l’abbiamo ripresa giocando con ordine e grinta – spiega il ct Campagna -. La reazione sotto 3-1, 4-2 e 5-3 è stata di giocatori di grande personalità, carattere; di una squadra con cuore, che è stata raggiunta, è stata di nuovo avanti, una continua altalena di emozioni che ha saputo gestire giocando i momenti topici da squadra. Tutti hanno dato il loro contributo. Una grandissima soddisfazione. E’ un bronzo meritato. Abbiamo giocato bene e in crescendo dal punto di vista del gioco e abbiamo tenuto fisicamente. Sono risposte importanti. I ragazzi meritano un bell’8”.
“Questa è una medaglia che poteva avere tinte di tutti e tre i colori – dichiara Paolo Barelli, presidente Fin -. Abbiamo sconfitto grandi formazioni come Croazia e Montenegro, perdendo solo di un gol una semifinale tiratissima contro i padroni di casa dell’Ungheria. E’ una grandissima soddisfazione pensando soprattutto al futuro e al grande lavoro che ha fatto coach Campagna, il suo staff, i giocatori, le società e tutta la Federazione che ogni giorno lavora e investe soldi, tempo e risorse umane affinchè si producano questi grandi risultati.
“E’ un’emozione fortissima, non ci sono parole – conclude Baraldi -. Nell’azione del rigore che ha deciso il match ho avuto fortuna stoppando di petto il pallone. Poi mi sono girato e ho sentito il fischio. Diciamo che sembravo Romario nella finale dei Mondiali. Sono alla mia prima grande competizione internazionale non potevo chiedere di più”.