Liguria. Non piace a Lorena Rambaudi, assessore al Welfare e Pari Opportunità della Regione Liguria, ma non solo a lei, il testo di legge elettorale, approvato ieri con una maggioranza di 33 voti in Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Regionale. Il ddl Prevede l’abolizione del listino del presidente, l’introduzione di un premio di governabilità del 55% (chi vince ottiene il 55% dei seggi), la rappresentanza delle 4 province in proporzione alla loro popolazione, l’alternanza di genere nella formazione delle liste.
Ma non prevede la doppia preferenza di genere, una occasione persa sotto il profilo culturale e politico, una posizione anacronistica e in controtendenza rispetto alle regole delle ultime elezioni europee e comunali, cui alle significative motivazioni dei si, vengono contrapposte argomentazioni stereotipate e semplicistiche”, tuona la Rambaudi, convinta che i “processi culturali sono lenti e che le regole servano ad accelerarli. Regole che favoriscono l’ingresso delle donne alla politica, facendo scoprire competenze e capacità in una quota di popolazione che rappresenta più della metà della nostra società”.
La Rambaudi denuncia come la proposta del PD, il suo partito di appartenenza, prevedesse la mediazione con gli altri gruppi politici “ ma che poi si sia persa strada”. Rambaudi auspica che vi sia un ripensamento e una condivisione traversale sulla preferenza di genere, maturata anche dopo l’audizione della associazioni femminili, attraverso un emendamento da presentare in consiglio regionale sul quale sono d’accordo l’assessore Raffaella Paita e la consigliera Patrizia Muratore e al quale potrebbe dare voto favorevole anche la consigliera Raffaella Della Bianca.
“Siamo donne con un ruolo che devono aiutare le altre donne a conquistare spazi di rappresentanza in istituzioni importanti, quale la Regione Liguria, quindo non una occasione perduta ma un nuovo inizio di battaglia delle donne per le donne”, afferma l’assessore Rambaudi.