Genova. A più di 20 anni dall’esposizione del 1993 a Palazzo Ducale di “Sardegna civiltà di un’isola mediterranea”, dedicata all’archeologia dell’isola, Genova ospita una mostra specifica sulla civiltà nuragica, momento finale della preistoria sarda. “Simboli e miti di una civiltà mediterranea: la Sardegna nuragica” è allestita presso il Teatro del Falcone di Palazzo Reale e aperta gratuitamente al pubblico dal giovedì alla domenica dalle ore 14:00 alle ore 19:00 fino al 27 luglio.
Sviluppatasi in un lungo arco cronologico, tra l’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro (XVII-IX sec. a.C.), la civiltà nuragica, che prende il nome dal singolare e imponente monumento che la caratterizza, il nuraghe, spicca nel panorama dell’Europa antica per varietà e ricchezza delle sue manifestazioni culturali.
La mostra, di elevato valore scientifico, ideata dall’archeologo Franco Campus e corredata da un ampio catalogo curato insieme a Valentina Leonelli, cattura ed esprime il fascino ancora in parte misterioso di quell’antica cultura attraverso una serie di pannelli e di riproduzioni a grandezza naturale di modelli di nuraghe che ne documentano lo sviluppo architettonico nel tempo, fino al suo divenire modello e simbolo stesso di quella civiltà.
L’ampio corredo di reperti e di riproduzioni illustra il mondo nuragico nei suoi diversi aspetti, dai sistemi produttivi ai contatti con il mondo mediterraneo e costituisce un ulteriore arricchimento rispetto a quanto già esposto nelle tre precedenti edizioni di Ittireddu (Museo Civico), di Sassari (Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna”) e di Roma (Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).
Un’occasione preziosa per far conoscere al di fuori della Sardegna, nella nostra Liguria in particolare, la ricchezza straordinaria delle tradizioni e del folklore sardo attraverso varie manifestazioni collaterali che si svolgono a margine dell’esposizione e che contribuiscono a promuovere un’isola che mantiene vive le tradizioni del suo passato.
Ieri sera la conferenza di Fiorenzo Toso, professore di Linguistica Generale presso l’Università di Sassari, “La Sardegna: una storia di contatti linguistici”, ha chiuso il ciclo di eventi collaterali alla mostra.
Il particolare legame che si è stretto tra Genova e la Sardegna, soprattutto a partire dal Medioevo, perdura ancora ai nostri giorni con una marcata presenza nella nostra città e con il conseguente arricchimento per la cultura e le tradizioni genovesi ingenerato dal contatto con la cultura e le tradizioni sarde.
La mostra è stata realizzata grazie ad una sinergia di istituzioni liguri e sarde: Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Liguria, Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria, Regione Autonoma della Sardegna e Comune di Ittireddu. L’allestimento, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Genova è stato realizzato con il contributo dei comuni sardi di Comune di Ittireddu, Torralba, Teti e dell’Unione dei comuni del Logudoro.
Hanno inoltre collaborato la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna, la Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro e la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria.
Un significativo contributo è stato fornito da: Banco di Sardegna, Banca di Sassari, SardaLeasing, Camera di Commercio Nord Sardegna, Luciano Sini Scavi archeologici e restauro monumenti.
La realizzazione dell’evento non sarebbe stata possibile senza la fattiva collaborazione di Sarda Tellus, Centro Attività Sociali Culturali Ricreative di Genova, associazione riconosciuta dalla Regione Autonoma della Sardegna, nata a Genova nel 1949 con lo scopo di coordinare ed aggregare gli immigrati sardi che giungevano a Genova in cerca di occupazione e che oggi si dedica ad organizzare e promuovere iniziative culturali e ricreative dedicate alla diffusione della conoscenza.