Economia

Ilva, venerdì incontro a Roma. Oddone: “Massima pressione sul Governo”

corteo ilva

Genova. “Il Governo ha l’esigenza di dimostrare di avere una vera politica industriale, per le produzioni di punta come Oms Ratto o Esaote, e per quella di base, come Ilva. Per quel che ci riguarda faremo massima pressione politica per conto dello stabilimento genovese a Roma”. Lo ha detto oggi in Aula Rossa, l’assessore allo sviluppo economico, Francesco Oddone, rispondendo a un’interrogazione del consigliere comunale Gian Pastorino (Sel) che aveva chiesto “notizie e certezze” sul futuro dell’acciaieria genovese.

“Ilva è uno dei tasselli preoccupanti della realtà locale e nazionale che vede una crisi perdurante del nostro sistema economico – ha spiegato Oddone – vediamo Piaggio, Esaote, Oms Ratto. L’Ilva di Cornigliano poi si inserisce nella problematica di Taranto, cui Genova è collegata a doppia mandata”.

Solo pochi giorni fa i lavoratori dell’Ilva hanno portato nel cuore della città la protesta, arrivando con i mezzi pesanti sotto il palazzo della Prefettura. Anche in seguito alla mobilitazione sono stati garantiti dal commissario Gnudi, con il sostegno del governo, sia gli stipendi di giugno e luglio, sia la quattordicesima. “Ma se è vero che nell’immediato è scongiurato il blocco, è anche vero che non traguardiamo oltre agosto – ha sottolineato l’assessore – e c’è poi la questione dei contratti di solidarietà in scadenza, per cui è necessario l’intervento nazionale”.

Proprio oggi il governatore Burlando ha fatto sapere che venerdì a Roma la Regione Liguria chiederà al governo Renzi “la cassa integrazione in deroga mensile”, come unica soluzione strutturale per l’Ilva. “Dobbiamo trovare un’altra modalità che non sia né i contratti di solidarietà, né la Cigs. Questa modalità si pensa possa essere solo la cassa integrazione in deroga, però deve essere nazionale e mensile, non possiamo entrare nel meccanismo infernale della cassa in deroga pagata con 6 mesi di ritardo a tutti i lavoratori dell’Ilva. Una cassa in deroga non per la dimensione dell’azienda ma per l’esaurimento di tutti gli ammortizzatori sociali precedenti. In attesa di capire che fine farà la filiera dell’acciaio”, ha sottolineato Burlando.

Il piano industriale a oggi, infatti, non si vede ancora e il cambio di commissario “a mio avviso non è stato un passaggio positivo – ha detto poi Oddone – perché ha interrotto un processo avviato per una linea di produzione promettente. Da quello che sembra l’azienda però ha prospettive, noi – ha ricordato l’assessore – siamo un’economia basata su forniture di acciaio, privarsi del principale fornitore nazionale potrebbe essere pericoloso, con un costo di gran lunga superiore”.

Ma l’azienda ha necessità di importanti investimenti in linea con l’ambiente e, a oggi, non c’è un italiano interessato, al contrario del gruppo franco-indiano di ArcelorMittal. “Il governo ha l’esigenza di dimostrare di avere una vera politica industriale, per le produzioni di punta come Oms Ratto o Esaote e per quella di base, come Ilva. Per quel che ci riguarda faremo massima pressione politica per conto dello stabilimento genovese a Roma”, ha concluso Oddone.

Il consigliere Pastorino ha chiesto infine una commissione consiliare, a settembre, con sindacati e rappresentanti dell’azienda.

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