Politica

Famiglia sinti in una casa popolare e con un milione di euro in banca: il “caso” arriva in consiglio comunale

cep

Genova. Più di un milione di euro in banca (oltre ad appartamenti e terreni), e la residenza nelle case popolari del Cep di Genova. La vicenda della famiglia sinti “incastrata” dalla guardia di Finanza la scorsa settimana è sbarcata anche in consiglio comunale, oggetto di una interrogazione in Aula Rossa firmata Stefano Anzalone (gruppo Misto) e Edoardo Rixi (Lega Nord).

“Rispetto alla situazione particolare – ha risposto l’assessore Emanuela Fracassi – eravamo in presenza di un nucleo proveniente dal campo di via Pescatori che, per ordinanza sindacale era stato sgomberato nel 2006, e le cui famiglie erano state provvisoriamente accolte negli alloggi Erp”. La famiglia in questione però era stata controllata e poiché non era disponibile a presentare l’Isee e in morosità dagli uffici del Comune era partita la pratica di decadenza e sgombero, più volte, a cadenza annuale. “La dimostrazione della grossa difficoltà in cui si trovano a lavorare i nostri uffici in questi casi – ha sottolineato Fracassi – spendendo risorse impegnative e poi vedendo vanificare gli sforzi, con le famiglie che puntualmente rientrano”.

La famiglia sinti finita al centro di una indagine per truffa, appropriazione indebita, accattonaggio e furto (si dichiaravano nullatenenti a reddito zero) era conosciuta dai servizi sociali, intervenuti per la gestione dei minori (poi diventati maggiorenni). Una volta terminata la necessità dei servizi sociali, erano partite le pratiche di liberazione dell’alloggio.

“In generale – ha poi detto l’assessore – noi non siamo di fronte a un numero enorme di famiglie ‘zingare’ negli alloggi di residenza pubblica, abbiamo però alcune famiglie a cui sono state assegnate, nel 2002 e 2006, provvisoriamente case Erp, sottoposte a controlli. Il controllo economico viene fatto annualmente e per quanto è competenza degli uffici di Arte avviene tramite Isee – ha sottolineato – sappiamo tutti, però, che si usano escamotage, in malafede, indifferentemente da famiglie rom o italiane. Nei casi di evidenza si fanno segnalazioni alla guardia di finanza, che ha mezzi e possibilità più efficaci per agire”.

Le criticità maggiori riguardano più le famiglie provenienti dallo sgombero del campo di via Pescatori e della zona Campi (incendio 2001), per cui è in atto “il tentativo continuo di creare una situazione di vivibilità”. Mentre “molti nuclei zingari, di origine rom o sinti, che hanno fatto domanda di graduatoria, come tutti, hanno fatto tendenzialmente una buona integrazione”, ha ricordato Fracassi. “Negli ultimi tre episodi di sgombero dei campi abusivi causati da eventi naturali, in nessun caso abbiamo utilizzato alloggi Erp, per non rifare errori del passato”, ha concluso Fracassi.

“Il tema è un altro – ha commentato Anzalone – se uno è benestante, aldilà della nazionalità, non deve stare nelle case popolari. Bisogna accertare invece chi sfrutta l’amministrazione e chi no, e se voi assegnaste le case, vi accorgereste che nessuno occuperebbe più nulla”.

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