Economia

Esaote, lavoratori “vigilano” su Tursi. Doria: “Non sia presenza industriale effimera”

corteo esaote cornigliano

Genova. “La forza politica, di giunta e consiglio, vi posso assicurare, è piena. Se volevamo mandare un messaggio chiaro sulla volontà di andare fino in fondo, lo abbiamo fatto. Ora continuiamo a muoverci su questo percorso delicato, che chiamerà il consiglio a pronunciarsi non con ordini del giorno ma con atti amministrativi. Naturalmente, l’obiettivo principale è creare le condizioni perché Esaote, questa presenza industriale significativa, rimanga, avendo garanzie che non sia effimera e temporanea”. Così Marco Doria in aula, davanti al consiglio comunale odierno e ai lavoratori Esaote sugli spalti, a “vigilare” che quanto promesso non si perda in lungaggini burocratiche e oltre.

“Il 10 luglio scorso la giunta ha dato mandato alla direzione urbanistica di avviare la procedura per il cambio del Puc (conseguenza del mancato rispetto da parte dell’azienda dell’accordo di programma)- ha assicurato il sindaco – ma ora si deve seguire lo stesso iter del passato, una procedura complessa che parte dalla convocazione della conferenza dei servizi, con una bozza di piano urbanistico operativo e che si conclude con un accordo di pianificazione Comune -Provincia” (alcune parti interessano i piani di bacino del Chiaravagna).

Tursi ribadisce dunque il suo duplice impegno, sia sul piano urbanistico, unica “arma” per arginare il piano aziendale che, ha sottolineato Doria, “se venisse realizzato così come è, con nuove società ad assorbire pezzi di processo produttivo, esuberi, e esternalizzazioni, ci restituirebbe una Esaote ben diversa rispetto a quella che l’amministrazione aveva davanti al momento di sottoscrivere il protocollo d’intesa”, sia sul piano delle relazioni tra le parti.

Nel frattempo però i lavoratori, dopo l’ultimo incontro al Mise, guardano alla situazione congelata non senza pensieri. “L’azienda predisporrà su nostra richiesta alcuni tavoli che porteranno al nuovo incontro al Ministero con la possibilità di dialogo su punti da condividere – spiega Andrea Baucia, Rsu Fiom – Nel primo tavolo porremmo subito il problema dei 53 lavoratori a cui ai primi di luglio sono arrivate le lettere di cassa integrazione e che ora sono a casa. Riteniamo infatti che la cassa integrazione non sia stata fatta sulle funzioni, quindi propedeutica al rilancio, ma sulle persone, una cosa inaccettabile”.

Ancora poco credibile, invece, un repentino cambio passo dell’azienda sul piano industriale, ma “sarà costretta a ragionare, dato l’impatto elevato che ha avuto la gestione della trattativa – sottolinea Baucia – Esaote deve fare una riflessione e raddrizzare il colpo, altrimenti rischia di morire”.

Intanto, però, la presenza di oggi, in consiglio non è casuale. “Siamo qui per vigilare, perché l’arma urbanistica è la chiave di volta di questa città che deve pensare agli sviluppi e non a concedere ciò che non porta a nulla. Abbiamo recepito dal sindaco che il piano industriale deve contenere punti di rilancio effettivo, ci rincuora – conclude Baucia – è importante ragionare nel merito del piano industriale e non per slogan”.

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