Clochard massacrati a Piccapietra, un arresto: dietro al pestaggio una lite e la “lotta” per il posto migliore

Genova. E’ uno slovacco di 23 anni il giovane arrestato come presunto autore della violenta aggressione a quattro clochard, suoi connazionali, che furono massacrati a colpi di spranghe e bastoni lo scorso gennaio in piazza Piccapietra.

Si chiama Michael Khahulec, anche lui senzatetto, ed è stato raggiunto dal mandato di arresto in carcere a Bologna, dove era già detenuto per una violenta aggressione avvenuta a Bologna nei confronti di un passante. Cade dunque l’ipotesi che l’aggressione abbia avuto origini xenofobe, come era invece stato ipotizzato fin dai primi momenti.

Secondo la polizia di Genova, Khahulec ha agito con tre complici attualmente ricercati ed è accusato di tentato omicidio premeditato pluriaggravato e porto abusivo di oggetti atti ad offendere in concorso.

“Sin dal primo momento dell’aggressione sono state intraprese articolate attività di indagine tese a individuare gli autori e soprattutto i motivi del pestaggio – spiega Annino Gargano, primo dirigente della Squadra Mobile – In particolare abbiamo appreso che i 4 clochard aggrediti avevano ricevuto una confidenza, secondo la quale tra i gli aggressori ci sarebbe stato un altro senzatetto che frequentava gli stessi luoghi e con il quale avevano avuto un violento litigio nel corso di un controllo della polizia municipale”.

Uno dei 2 aggrediti, secondo quanto si apprende, aveva infatti preso le parti dei vigili e a questo atteggiamento erano subito seguite violente minacce da parte dell’indagato. “Il motivo dell’aggressione, inoltre, è da ricondursi al luogo in cui è avvenuta, posto molto conteso perché ritenuto particolarmente redditizio per richiedere l’elemosina”, concluse il dirigente.

Fondamentale è stato anche l’esame del Dna. “Successivamente all’individuazione fotografica, è stato estratto dal tampone salivare prelevato presso la casa circondariale di Bologna ed è risultato corrispondere a quello sul passamontagna gettato sotto i portici a Genova”, dichiara infine il procuratore aggiunto, Nicola Piacente.

Ora continua la “caccia” ai complici dell’indagato.

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