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Calcio, Matteo Carnovale: la punta che va “controcorrente” sul Turchino

Matteo Carnovale

Arenzano. Da quando, nel 1946, la maglia biancoceleste di Fausto Coppi è sbucata dalla galleria del Turchino, per una fuga solitaria di 145 Km fino a Sanremo, il Passo è entrato nella fantasia popolare degli italiani, in un tracciato a “senso unico”: dal Piemonte alla Liguria.

Ricordate poi quel signore che, nel 1978, a Portobello, da Enzo Tortora, voleva spianare il Turchino per eliminare la nebbia dalla Valle Padana?

Insomma il Turchino è sempre stato visto come un ostacolo verso il mare, per piemontesi e lombardi!

Ed invece c’è chi la salita la fa contro corrente, per via di un feeling calcistico, che lo lega al basso Piemonte.

E’ l’arenzanese Matteo Carnovale, che proprio in questi giorni aggiunge un nuovo capitolo al suo rapporto con l’entroterra.

Dopo due anni trascorsi a Silvano d’Orba, tra le fila della Silvanese: “Società che non finirò mai di ringraziare, perché mi ha dato molto, sotto tutti i punti di vista”, il bomber ha accettato di vestire la gloriosa casacca dell’Ovada, blasonata squadra del basso Piemonte, che, essendo appena retrocessa dal campionato di Promozione, punta ad un immediato riscatto, presentandosi agguerrita ed ambiziosa ai nastri di partenza del prossimo torneo.

“Ho accettato questa nuova sfida, alla ricerca di nuovi stimoli ed emozioni, indispensabili per il mio modo d’intendere il calcio. Il progetto del presidente Gianpaolo Piana, coadiuvato dal ds Massimo Coscia e dal mister Francesco Mura, tanto sanguigno quanto preparato, mi ha convinto appieno ! Mi hanno fortemente voluto, facendomi sentire importante”.

Quali differenze ci sono tra il campionato piemontese e quello ligure?
“La qualità, innanzi tutto, è superiore. Le società sono molto organizzate, il football d’oltre Appennino è ricco di fisicità, con una sana competizione e rivalità sportiva tra i paesi confinanti, che non ha eguali, già pregusto il derby con i miei ex della Silvanese – dove è rimasto il mio carissimo amico, anche lui arenzanese, Gianluca Aloe – e non sarà da meno quello con il Molare, ma soprattutto sarà uno scontro ‘da fuoco’ il match con la Gaviese, anch’essa retrocessa dal campionato di Promozione”.

Le strutture sportive dell’Ovada sono all’avanguardia.
“L’impianto del Geirino è unico – continua Carnovale – tanto che oltre al campo da calcio in erba, dispone di un impianto per il nuoto, della pista di atletica, di un campo da calcetto all’aperto in erba sintetica e di un altro al coperto. E poi ci sono campi da tennis, da beach volley, oltre al palazzetto dello sport, con una foresteria provvista di posti letto”.

Forte fisicamente, Carnovale è un attaccante moderno, di quelli che “fanno reparto” da soli (alla Okaka), abile nelle giocate di scarico verso i propri compagni e nelle conclusioni a rete. Da tutti è riconosciuta, poi, la sua capacità di “fare gruppo”, grazie ad un carattere gioviale ed aperto.

Che obiettivi ti poni, con la tua nuova squadra?
“Voglio fare bene, prima di tutto per i miei nuovi compagni e per la società. Spero di ripetere le 22 reti segnate nell’ultima ‘temporada’, che vanno ad aggiungersi alle 15 del precedente campionato a Silvano d’Orba, prima che incappassi nel brutto infortunio, che mi ha costretto a saltare una bella fetta di torneo. Non vedo l’ora di iniziare la preparazione, fissata per il 16 di agosto… sono carico e motivatissimo”.

Nel parlare di calcio con Carnovale, quasi si sente nell’aria il rumore dei tacchetti nello spogliatoio, il profumo della gara, l’incoraggiamento dei tifosi, l’essenza del gioco del calcio: il goal!

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