Bilancio regionale, Pellerano: “La giunta Burlando fa marcia indietro”

pellerano

Regione. “Di fronte alla decisione della Corte dei Conti a Sezioni Riunite depositata pochi giorni fa in una causa che riguardava il bilancio della Regione Campania la Giunta Burlando non aveva alternativa al rinvio del voto sul rendiconto 2013: non è possibile approvare documenti contabili che non si adeguino ai rilievi della Corte dei Conti, che hanno carattere vincolante. La maggioranza di centrosinistra deve ringraziare l’opposizione perché il tempo che abbiamo richiesto per approfondire le gravi contestazioni della Corte dei Conti ha consentito alla Regione di evitare l’ennesima figuraccia e probabile condanna. Se si fosse seguito il programma originario e il rendiconto fosse stato approvato senza adeguarsi a tutti i rilievi della Corte dei Conti (come ipotizzava di fare la Giunta) oggi la Liguria si troverebbe in guai ancora maggiori”. Così Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, commenta il rinvio a settembre del voto in Regione del rendiconto 2013 e assestamento 2014.

“Purtroppo quello che è successo in queste settimane era ampiamente prevedibile e da noi più volte denunciato nel corso degli ultimi anni – dice Pellerano – In particolare più volte avevo sottolineato le anomalie dell’operazione di trasferimento degli immobili da Regione all’ente strumentale della Regione ARTE: debiti nascosti, valutazioni affrettate, immobili venduti nonostante fossero gravati da mutui, costi esorbitanti, pazienti psichiatrici messi all’asta, crescita esponenziale del debito di un ente – ARTE – che dovrebbe occuparsi di garantire la casa alle migliaia di famiglie in difficoltà della nostra Regione.

Proprio in questi giorni ho ottenuto le carte che gettano ulteriori ombre su questa triangolazione che ha visto la Giunta Burlando come regista inequivocabile. Da alcuni verbali del 9 e 15 Novembre 2011 risulta che ARTE non aveva alcuna intenzione di comprare i beni della regione e di indebitarsi per farlo, tanto che l’ing. Augusti – amministratore unico di ARTE – in una riunione con gli uffici regionali dichiarava che ad allora l’azienda presentava un bilancio in equilibrio e che “l’acquisto del complesso dei beni delle aziende sanitarie per 65-70 milioni di euro comporterebbe grave pregiudizio per il bilancio di ARTE oltre a responsabilità personali dell’Amministratore Unico”. Purtroppo le previsioni di Augusti si stanno avverando: Arte ha dovuto chiedere un apertura di credito per oltre 100 milioni di euro con spread al 6%, il debito è cresciuto di oltre il 300%, gli ispettori del ministero dell’Economia prima e la Corte dei conti poi hanno acceso un faro su questa vicenda. Oggi tutto si può dire tranne che non fosse prevedibile ciò che sta accadendo in queste settimane.

Quello che chiedo alla giunta Burlando è di assumersi la responsabilità di “smontare” la vendita-cartolarizzazione ARTE e di mettere in sicurezza i conti dell’azienda chiamata a fronteggiare l’emergenza casa di migliaia di famiglie. Sono convinto che Burlando e Rossetti siano pienamente consapevoli dei rischi che l’ente strumentale della Regione corre e chiedo loro di agire immediatamente. È un atto doveroso nei confronti degli inquilini di ARTE Genova – troppo spesso costretti a vivere in immobili indegni – e alle migliaia di famiglie in attesa di alloggio”.

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