Politica

Primarie, Berruti lancia il programma: “Progetto ‘torta di riso’, green economy e Liguria a misura di imprese”

Regione. Federico Berruti non ha ufficialmente annunciato la sua discesa in campo per sfidare Raffaella Paita alle primarie per le regionali, ma questa mattina l’attuale primo cittadino di Savona, in trasferta a Genova, nel corso di una conferenza stampa ha comunque annunciato di voler partecipare alla “discussione sul futuro della Liguria in vista delle primarie del centrosinistra”. Allo stesso tempo ha presentato un programma ben preciso da presentare alle Primarie. Il sindaco ha parlato a 360° toccando tutti i temi dai quali, a suo parere, si dovrà partire per far ripartire la Liguria: crisi sociale, investimento sul patrimonio ligure, ambiente, edilizia eco sostenibile, creazione di una Regione a misura d’imprese, turismo, sanità e sistema portuale.

“Inizia una grande discussione che credo sarà lunga, appassionante e partecipata sul futuro della Liguria in vista delle primarie del centrosinistra” ha esordito Berruti che ha proseguito: “In realtà questa discussione l’ha già iniziata bene Claudio Montaldo, ma da oggi avverrà ogni giorno. Io, insieme ad altri, intendo parteciparvi sulla base dell’esperienza che ho fatto in questi anni da amministratore e motivato dalle preoccupazioni da un lato e dalle speranze dall’altro, che ho come genitore di due ragazzini. Io sono preoccupato per la crisi della nostra Regione, ma penso anche che abbia grandi opportunità. Credo che dobbiamo portare la discussione sui contenuti e oggi proverò a proporre qualche tema che riguarda come affrontare prima di tutto la crisi sociale delle nostre città”.

“C’è un tema che è proteggere chi perde un posto di lavoro, chi non lo trova e chi è solo. Poi c’è la crisi demografica perché noi abbiamo troppi pochi giovani che partecipano alla vita sociale, civile ed economica della nostra Regione e quindi dobbiamo mettere i giovani, non retoricamente, ma concretamente, al centro di tutte le azioni dei prossimi anni. Poi c’è una crisi d’identità: Genova è la città che ha scoperto il mondo, che ha inventato la finanza moderna, ha dominato i traffici internazionali, ma ora dobbiamo chiederci che ruolo possiamo giocare in questo secolo: io credo che possiamo ricominciare a giocare un ruolo se ripartiamo da noi, dal nostro patrimonio culturale, naturale e artistico. Basta percorrere la Liguria da Sarzana a Ventimiglia per rendersi conto che in pochissime centinaia di chilometri c’è un patrimonio inestimabile” ha spiegato il sindaco di Savona.

Nello specifico, Berruti descrive così le azioni concrete da intraprendere: “Investire su di noi significa quindi farlo sulla green economy, completare la rete di depuratori, costruire impianti per smaltire la frazione umida dei rifiuti, significa un’edilizia diversa, a volumi zero. C’è un enorme tema che è la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente: il centro storico di Genova, riqualificato, vale più dell’Expo in termini di capacità di attirare e creare valore in futuro. Quindi: ambiente, edilizia eco sostenibile e poi creare una Regione a misura d’imprese. In Italia è difficile lavorare, in particolare in Liguria. La Giunta Burlando ha fatto molto, ma la gravità dei problemi oggi ci impongono di passare da una terapia media ad una intensiva”.

Una delle mosse prevede uno snellimento della burocrazia: “E’ un muro che tu devi forare per fare impresa e per investire: questo muro è fatto di vari strati. Uno è statale e l’altro è regionale. Nel caso ligure quello regionale è un po’ più spesso di quello delle altre regioni del Nord e quindi va ridotto. L’accesso al credito è un altro tema importante: la vicenda di Carige temo possa inasprire le difficoltà delle imprese nel farlo. Dobbiamo quindi investire di più in quegli strumenti che aiutano le imprese ad accedere al credito. Poi c’è il tema dell’Irap: credo che in questa Regione dobbiamo contribuire a non vanificare gli sforzi del Governo Renzi che aiuta cittadini e imprese. Il rischio è che come Comuni, non riuscendo a chiudere il bilancio, vanifichiamo questi sforzi. Ci vuole una riforma dell’Irap che introduca delle agevolazioni per le imprese che creano occupazione, soprattutto giovanile. L’Irap è un’imposta che nessuno capisce, che ti fa pagare le tasse sugli stipendi che paghi, magari ad un giovane e allora si deve intervenire visto che la legge ce lo consente”.

“Dobbiamo riscoprire le nostre vocazioni: turismo fatto di ambiente, cultura e sport. Dobbiamo ritornare ad essere un grande distretto dell’accoglienza perché significa far vivere meglio gli altri qui e di conseguenza farlo anche noi. Prendendo spunto dal noto sketch di un savonese, bisogna attivare un ‘Progetto Torta di riso’ che preveda di imparare tutti ad essere più accoglienti a cominciare dalla capacità di parlare le lingue, gli orari dei servizi pubblici. Facciamo formazione a chi opera nel sistema dell’accoglienza. E poi ci sono alcune vocazioni come la sanità: smettiamo di affrontarla solo contabilmente perché finiremo per tagliarne sempre un pezzo e, ogni anno, perdiamo il meglio. Siamo una regione di grandi medici e professionisti della salute, ma rischiamo che finisca altrove e quindi dobbiamo rilanciarla. Dobbiamo farlo immaginando che si rivolga ad un mercato più grande: quindi trattenere i nostri mercati, ma anche aggredirne altri. La direttiva europea entrata in vigore sulla sanità transfrontaliera è la più grande riforma sanitaria della storia: 600 milioni di cittadini possono decidere in quale paese dell’Ue essere curati. E’ un’enorme opportunità per una Regione come la nostra. Dobbiamo ripensare a questo” dice Berruti.

“Faccio il nome del Gaslini che è una delle eccellenze della sanità italiana: un esempio, un brand al quale dobbiamo ispirarci” osserva il sindaco di Savona che poi affronta uno dei temi “caldi” del momento: i porti. “Abbiamo il sistema portuale più importante del Mediterraneo e su questo ora è stata impostata e gestita malissimo una discussione. Ha rievocato perfino le diffidenze di una città verso un’altra, quelle dei savonesi verso i genovesi. Le autonomie, le specificità vanno garantite, ma il punto non è questo. Il punto è che noi abbiamo il più grande e più importante sistema portuale del Mediterraneo che non ha una sede di governo integrato e strategico. Non facciamo un piano regolatore integrato, una strategia di marketing, non pensiamo insieme. Il tema quindi non è cannibalizzare una banchina piuttosto che un’altra, ma è mettere insieme le forze. Le sinergie significano che 1+1+1 non fa tre, ma se si è bravi fa 4. L’obiettivo è questo”.

“Il compito della politica in questa Regione – prosegue Berruti – deve essere anche riporre con forza al Governo centrale il tema della Riforma e dell’autonomia finanziaria dei porti. Noi creiamo per l’Italia un gettito fiscale enorme e questa regione ha il diritto di riottenere una parte maggiore di questo gettito che le permetterebbe di cambiare il proprio futuro. Non avrà effetti immediati questa azione, ma se noi non la presentiamo non otterremo mai vantaggi. L’industria va difesa con azioni trasversali: c’è un modello che ha funzionato bene con questo Governo che è quello di Ansaldo Energia e dobbiamo ispirarci a quello. Dal sistema industriale ci arriva poi un’altra richiesta forte che mi sento di sposare e riguarda le infrastrutture. Quelle programmate vanno realizzate nel minor tempo possibile. Non esistono progetti infrastrutturali perfetti e che non facciano arrabbiare le comunità locali, ma non possiamo pensare che il disagio diventi l’alibi per non fare le cose”

“Io credo che la politica nelle prossime settimane debba abbandonare un’idea riduttiva, fatta di figurine, di beghette di potere, per assumere un tono alto. Noi siamo davanti ad un bivio: o diventiamo il tassello debole del nord di questo Paese o torniamo ad essere un gioiellino straordinario con Genova al centro. Un territorio piccolo, ma che svolge delle funzioni importanti. La politica credo debba confrontarsi su questo piano e io, con altri, darò il mio modesto contributo per farlo” conclude Federico Berruti.

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