Cronaca

Omicidio piccolo Ale, il pm chiede 4 anni per Mathas: “Non ha ucciso suo figlio, lo ha abbandonato”

Katerina Mathas

Genova. Quattro anni per abbandono di minore. E’ quanto ha richiesto, nella sua requisitoria, il pm Marco Airoldi durante l’udienza del processo a carico di Katerina Mathas, la madre del piccolo Alessandro ucciso in un residence di Nervi la notte tra il 15 e il 16 marzo 2010.

Secondo il pubblico ministero la donna infatti sarebbe responsabile solo dell’abbandono del bimbo e non dell’omicidio volontario in concorso con l’ex compagno, i capi di accusa che la vedono protagonista del processo a suo carico.

Nel corso della precedente udienza del procedimento che vede imputata la Mathas, inizialmente accusata solo di abbandono di minore e ora sotto processo per omicidio volontario in concorso, il medico legale Francesco Ventura, aveva stabilito l’ora della morte del piccolo Alessandro tra la mezzanotte e le due e mezza del 16 maggio 2010.

Il piccolo, infatti, avrebbe mangiato al massimo due, tre ore prima di morire. Per il pm Airoldi, è possibile dedurre che il bambino sia stato ucciso proprio in quel lasso di tempo, in cui Katerina Mathas non era in casa, ma in giro per Genova alla ricerca di cocaina.

La nonna del bambino, durante il 20 giugno scorso, ha ricostruito tutti gli otto mesi di vita del piccolo, sostenendo che la figlia era una madre presente, che voleva bene al figlio. Puntando il dito contro Giovanni Antonio Rasero, il broker condannato per l’omicidio a 26 anni in primo grado e assolto in appello, la cui assoluzione però è stato poi annullata con rinvio a Milano dalla Cassazione. Lo stesso Rasero si era avvalso della facoltà di non rispondere durante il processo a carico dell’ex compagna.

Il processo che si svolge presso la Corte d’assise di Genova riprenderà il 4 luglio.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.