Genova. Erano oltre 400 persone provenienti dall’India, dalle Filippine, Ucraina, Sri Lanka, Moldavia, Stati Uniti, Italia, Ecuador, Inghilterra, Perù, Cile, Nigeria e Sanegal ma anche dal Giappone, Turchia, Cecoslovacchia, Bolivia e Russia.
Insieme per la Pace. Uno slogan semplice ma efficace per raccontare la voglia di pace di tutti i popoli. Una preghiera intensa e colma di segni importanti come l’accensione di una candela da parte di persone di nazioni diverse alla lettura dei 28 paesi in cui, nel mondo, esiste la guerra, la violenza e la sopraffazione dei più deboli.
“Siamo qui presenti come una comunità penitente” ha detto il Cardinale Bagnasco ” perché dobbiamo chiedere perdono per tutte le volte che intorno a noi, senza pensare solo ai paesi lontani, ma nella nostra vita portiamo gesti violenti parole taglienti. Dobbiamo partire dalla conversione del cuore di ciascuno di noi per chiedere il dono di diventare operatori di pace. Solo dopo questo possiamo onestamente invocare lo Spirito Santo che suggerisca ai cuori dei potenti della terra sentimenti ed opere di pace”.
Erano presenti anche i Consoli o gli addetti consolari degli Stati Uniti, dell’Inghilterra, del Sudafrica, dalla Thailandia, della Tunisia, Ecuador, Perù, Russia ed Ucraina a significare un sincero proposito di pace per tutti i popoli.
La conclusione, dopo una processione accompagnata da un canto litanico, è stata fatta con il canto dell’Akathistos di fronte al Volto Santo custodito nella Chiesa dei Barnabiti di fronte ad una icona tanto cara soprattutto ai cristiani di rito Orientale per significare una particolare vicinanza al mondo orientale.
Don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio Migrantes che ha organizzato con la Comunità di Sant’Egidio questo evento ha detto: “La preghiera è stata una forte esperienza di Fede anche con persone di altre religioni, culture e lingue per significare che davvero la Pace, come ci ha ricordato il Cardinale Bagnasco, “non è un’utopia per pochi ingenui ma una realtà per chi la custodisce nel cuore”.