Genova. “Il Comune di Genova ha appreso soltanto stamattina dell’avvenuto sgombero del Centro sociale Buridda di via Bertani, effettuato sulla base di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria risalente al 2012”. Lo rende noto Tursi con una nota, a poche ore dall’operazione e sottolineando che “l’esecuzione non è stata concordata con il Comune”.
Il provvedimento di sequestro risale alla fine del 2012, firmato dal gip Roberto Fucigna su richiesta dei pubblici ministeri Cotugno e Ranieri Miniati. Dopo due anni, è arrivato il sequestro a sorpresa, per tempi e modi, come sottolineato dall’avvocato Laura Tartarini.
Palazzo Tursi mette le mani avanti: “l’amministrazione comunale è sempre stata, stanti le obiettive problematiche statiche e di sicurezza dell’ex Facoltà di Economia, alla ricerca di una soluzione condivisa nel quadro di un’attenzione ai centri di aggregazione giovanile – si legge nella nota – e, ha da tempo messo a disposizione spazi per attività autogestite, riconoscendone il valore. Deve proseguire né può essere messo in discussione un percorso di confronto che sia al contempo rispettoso della legalità e delle esperienze di aggregazione giovanile”.
“Riteniamo questa azione un atto politico del Comune di Genova – ribatte con un comunicato il Buridda – dopo aver affossato una trattativa iniziata anni fa, ha deciso di andare muro contro muro nei confronti di una realtà che oltre a creare socialità, in questi anni ha creato cultura e dato risposte che le istituzioni non sono più in grado di dare.
A questo momento di estrema sofferenza per la città (scarpino, AMT, Piaggio, riparazioni navali, emergenza abitativa) il sindaco Doria pensa bene di rispondere con sgomberi e denunce nascondendosi dietro la sua proverbiale ignavia”.
Al momento dello sgombero, mentre i ragazzi del centro sociale stanno portando via le cose prima della posa dei sigilli, nessuno della giunta Doria è presente. E’ arrivato solo qualche consigliere comunale a portare la sua solidarietà: “Questa situazione denuncia l’incapacità di gestire i conflitti – commenta Antonio Bruno, capogruppo Fds a Tursi – in questi anni non si è riusciti a trovare una alternativa reale a una situazione culturale e politica”.
“Non si doveva arrivare a questi punti — rincara Marianna Pederzolli, Lista Doria – si poteva gestire meglio, in un altro modo, questo è uno spazio che tornerà probabilmente all’abbandono, quando, invece, qualcuno se ne stava prendendo cura, trasformandolo in un luogo di incontro e di cultura. Può darsi che ora qualcuno della giunta arrivi e, anche se la situazione è ormai tardiva, ci auguriamo possa cercare un dialogo”.
Oggi si terrà un’assemblea pubblica nei locali dell’Aut alle 15 per “decidere il da farsi”, fanno sapere dal centro sociale. “Non staremo a guardare, come non siamo stati fermi contro le ingiustizie che ci colpiscono quotidianamente, così con più forza faremo sentire la nostra voce per restituire alla città il patrimonio di cultura, socialità, spazi che è il Laboratorio Buridda”.