Genova. “Non vorremmo che il dibattito sul futuro delle aree della Fiera di Genova si trasformasse in una ”questione privata”, tutto interno al Pd o ad alcune sue componenti, con il segretario regionale Lunardon da una parte, il presidente della Regione dall’altra e in mezzo la presidentessa della Fiera Armella, moglie del primo. Sarebbe un errore gravissimo escludere a priori la possibilità di un dibattito aperto alla città sul futuro di un’area che, per dimensioni e collocazione, rappresenta un tassello strategico per lo sviluppo urbanistico, commerciale e turistico di Genova dei prossimi decenni”.
Così Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che, annunciando ulteriori iniziative consiliari, chiede una relazione in aula da parte del presidente Burlando riguardo alla situazione attuale della Fiera di Genova Spa. “Alla luce del recente ingresso della società presieduta da Sara Armella in Saloni Nautici, compartecipata al 50% da Ucina – spiega Pellerano – vorremmo sapere dal presidente della Regione Burlando, azionista al 27% tramite Filse di Fiera di Genova, quali sono le azioni in programma per lo sviluppo industriale della società della Foce. Prima di arrivare alla sede prettamente tecnica di discussione della Conferenza dei servizi, sarebbe opportuno un più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti interessati direttamente, come indotto e come Città. Si tratta pur sempre di una società controllata dagli enti locali e di un’area strategica per la città: prima di decidere il futuro delle aree non si può prescindere da una approfondita discussione nelle sedi opportune – le assemblee elettive di Comune e Regione – e da un confronto con associazioni di categoria e cittadini.
Anziché leggere sulla stampa voci di giorno in giorno discordanti sui possibili scenari delle aree, sarebbe opportuno ottenere chiarezza nelle sedi istituzionali, una volta per tutte, su quali siano le carte in tavola e gli orientamenti degli azionisti della Fiera, per dare nel contempo la possibilità agli operatori economici che lavorano nell’indotto fieristico, in primis ai commercianti della zona, di programmare eventuali investimenti in un’ottica di medio e lungo termine”.
Di recente si è anche rincorsa la notizia, poi smentita, di un possibile trasferimento del Salone Nautico di Genova a Milano: “è necessario sgombrare il campo da ogni possibile dubbio in tal senso e creare le condizioni per il rilancio se vogliamo dare certezze al settore fieristico e a chi vi lavora. Pare invece che in questa vicenda il PD adotti un atteggiamento da curatore fallimentare: a fronte dei debiti vendiamo i gioielli di famiglia, correndo il rischio di pregiudicare lo sviluppo di domani. Salvo poi sponsorizzare un possibile acquirente: la coop. Pare assente una visione strategica e la consapevolezza che le aree della Fiera rappresentano un tassello fondamentale per la futura visione di Genova e del suo waterfront, con la possibilità di recuperare un rapporto più diretto fra città e mare, far riappropriare i genovesi e i turisti di spazi dalle enormi potenzialità e saldare il polo turistico del Porto Antico con Boccadasse”.
“Un’opportunità che, se sprecata, segnerà irrimediabilmente il destino dell’idea di Genova dei prossimi anni. Apprendiamo che il Comune di Genova, nonostante sia ancora in alto mare per l’approvazione del Puc – in stallo dal 2012 – ha una certa fretta nel decidere il futuro delle aree della Fiera. Siamo d’accordo che si agisca con rapidità, ma solo per dare risposte tempestive a eventuali investitori e per avvicinare, una volta tanto, i tempi della politica a quelli dell’economia reale. Non vorremmo invece che queste decisioni fossero poco meditate e venissero prese su pressione esterna e interessata da parte di alcuni soggetti economici su precisi interlocutori politici: quel che abbiamo letto sui giornali non lascia bene sperare. Per evitare figuracce analoghe a quelle del giallo che ha coinvolto il vicesindaco Bernini e alcuni dipendenti di Sviluppo Genova – con la Coop ammessa a visionare progetti di concorrenti sulla riqualificazione della Fiera – è consigliabile un’operazione “trasparenza” che dia elementi utili di discussione a tutte le parti in causa. La Regione ha i mezzi per promuovere un confronto pubblico – aperto alla città – sul futuro della Fiera e in generale sul rilancio del fronte mare dal Porto Antico a Punta Vagno: basta affittare una grande sala cittadina e convocare Comune, Provincia, Autorità Portuale, Camera di Commercio, le associazioni di categoria e i cittadini interessati. Si tratta di fare regia e sono sicuro che il dibattito di una sera non potrebbe che essere utile e fornire spunti interessanti prima che possibili errori possano essere formalizzati nella Conferenza dei Servizi. Sono sicuro che il presidente Burlando saprà valutare questa proposta”.