Genova. Il tribunale civile di Genova ha dichiarato inammissibile la class action proposta da 250 piccoli azionisti tra cui lavoratori, pensionati e persone che hanno investito i loro risparmi sulla base delle informazioni ricevute dalla banca. Per il tribunale non c’è “legittimazione a agire” in giudizio.
Dubbi sulla ammissibilità della class action nei confronti di Banca Carige erano stati espressi dai nuovi vertici dell’istituto genovese durante l’assemblea degli azionisti che si svolse lo scorso marzo. Quando il rappresentante dei piccoli azionisti prese la parola per annunciare l’iniziativa contro il precedente management, il nuovo presidente Cesare Castelbarco e il nuovo
amministratore Piero Montani espressero tutti i loro dubbi al riguardo, in particolare sulla ammissibilità di una azione del genere di fronte al giudice.
Posta la libertà di ciascuno di scegliere come meglio tutelare i propri interessi, Castelbarco e Montani evidenziarono le difficoltà di una azione come quella, sia dal punto di vista strettamente giuridico sia sostanziale.
“L’inammissibilità dell’azione” scrive il giudice è dovuta al difetto di legittimazione ad agire del Comitato Tutela del risparmio. Diverse le constatazioni del giudice: tra l’altro, manca l’indicazione nominativa di coloro che hanno votato favorevolmente alla proposizione dell’azione e l’assenza del conferimento del mandato a agire.
Oltre alla dichiarazione di inammissibilità dell’azione per difetto di legittimazione a agire, il tribunale ha condannato il comitato Tutela del Risparmio – Banca Carige al pagamento di
11.472 euro in favore della stessa banca che, costituendosi in giudizio, aveva contestato l’ammissibilità e la fondatezza dell’azione e la pubblicazione del dispositivo della sentenza.