Genova. Partenza alle 15 da piazza De Ferrari, due carri, qualche migliaio di partecipanti previsti, tanta musica e probabilmente un po’ di pioggia. Sono questi per ora i dati certi della street parade della città di sotto, che si snoderà domani per le via cittadine. Il corteo era stato pensato prima dello sgombero del laboratorio sociale Buridda: “ Abbiamo pensato a questo momento come un momento di visibilità per le vertenze, le lotte sociali che attraversano e che sono gli spazi sociali autogestiti” scrivono i ragazzi nel comunicato che lancia il corteo. “La città di sotto è quella che lotta e non si colloca nelle mappe rassicuranti della politica istituzionale, quella che genera cultura e riappropriazione di diritti dal basso, quella che si contrappone alla città di quelli che stanno in alto” .
Poi è successo quel che tutti sanno: “La città di sopra dietro i suoi rappresentanti ha creduto che con lo sgombero tutto si sarebbe fermato, tutto sarebbe rientrato nei pacifici e placidi cavilli delle loro frasi fatte, delle loro espressioni di indignazione o di compassione, ma la città di sotto ha già saputo rispondere unendosi, esondando nelle piazze e liberando un nuovo spazio”.
Da sabato scorso l’autogestione temporanea della ex scuola elementare Garaventa in centro storico, ma soprattutto l’occupazione festosa delle piazze con assemblee, laboratori, musica e la buridda (quella vera con le seppie) servita in piazza Caricamento. E se qualcuno continua ad attaccare le pratiche dei centri sociali definendole illegali, molti genovesi questa settimana sono rimasti a bocca aperta ad ammirare la stampante 3d e le altre attività del Fab lab, o le evoluzioni della scuola circense con i giovani appesi a una fune sotto la sopraelevata. E anche i più brontoloni non hanno potuto fare a meno di sorridere davanti al pc scorrendo le pagine “Marco Doria non lo sapeva” e “Marco Doria non sa cose”.
Creatività, sapere, ironia e un bisogno di aggregazione che hanno reso in questi sette giorni la città più vivace e un po’ meno vecchia.
E i numeri stanno dando ragione a questi ragazzi: oltre 6.500 like per la pagina Salviamo il Buridda nata una settimana fa, migliaia di selfie “Io sto con il brida #buriddavive” arrivati da mezzo mondo, 1.700 partecipanti iscritti alla pagina della street parade.
Ora l’appuntamento è per domani con un obiettivo “ritrovare una casa al Buridda – scrivono – poichè crediamo che lo strumento dell’autogestione sia l’unica risposta alla crisi economica che vuole farci pagare la città di sopra”.