Economia

Crisi dell’edilizia in Liguria: appello alle banche per il credito

paolo figoli, confartigianato

Genova. Puntuale l’approfondimento di Confartigianato sull’edilizia in Liguria. Il quadro è sconfortante. La Liguria, con un -5,2% nell’ultimo anno, registra uno dei tre peggiori cali in Italia. Pesa anche la diminuzione del credito erogato nel settore (-7%).

Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat, il comparto artigiano ligure (che conta circa 17.600 unità e un’incidenza del 72,3% sull’intero settore, pari a circa 24.400 imprese) è calato del 5,2% tra 2013 e 2012 (966 imprese in meno). Una delle tre flessioni più marcate d’Italia, insieme a Sicilia (-5,3%) e Abruzzo (-5,5%), superiore di oltre un punto percentuale alla media del Nord Ovest (-4%) e di quella nazionale (-3,9%).

Nel complesso regionale la città di Genova tiene: il calo è stato dello 0,9%, sono 70 le imprese in meno sulle attuali 8.700 imprese artigiane edili.

«La cronica mancanza di lavoro – spiega Paolo Figoli, presidente di Confartigianato Costruzioni Liguria – comporta un pesante aumento della concorrenza tra imprese e ribassi insostenibili nelle gare, negli appalti sia pubblici sia privati. A tutto ciò si aggiunge una burocrazia vorace e pesantissima che di certo non aiuta le imprese. Consideriamo prioritaria la canalizzazione delle risorse a disposizione nella ristrutturazione del patrimonio pubblico e privato esistente: un primo passo verso il rilancio del settore, che non solo porterebbe lavoro alle imprese, ma consentirebbe anche di mettere a norma numerosi edifici obsoleti che necessitano urgentemente di manutenzione e ristrutturazione, in primis le scuole».

In Liguria il comparto è costituito, per la maggior parte, da imprese individuali, a oggi oltre 19.600: con un’incidenza dell’88,3% sul totale, la nostra regione è al primo posto in Italia, seguita da Piemonte (87,3%), Sicilia (86,3%) e Molise (85,8%). Solo l’8,9% sono società di persone e il 2,5% società di capitali. Quasi nulle le altre forme giuridiche nella nostra regione. Nel dettaglio, sono oltre 9.700 le imprese individuali a Genova (88,2% del totale), 4.300 a Savona (88,7%), 3.400 a Imperia (quinta provincia in Italia con un’incidenza dell’89,7%) e circa 2 mila alla Spezia (85,9%). Quello delle costruzioni è un settore che registra un’alta presenza di stranieri: 5.550 titolari di imprese individuali in Liguria sono extracomunitari.

Rappresentano il 7,5% del totale (la sesta maggiore incidenza d’Italia) e provengono per la maggior parte da Albania (2.600), Ecuador (600), Marocco (590), Turchia (520) e Tunisia (445). Per loro la crisi occupazionale si è fatta sentire più intensamente: nell’ultimo anno sono diminuiti di oltre 7 punti percentuali (-8,9% per i dipendenti e -2,5% per gli indipendenti stranieri). Una crisi che non coinvolge solo il calo della domanda nelle costruzioni: a ciò si è affiancata anche una dinamica negativa del credito erogato nel settore. Distribuzione fortemente polarizzata in cinque regioni, dove si concentrano i due terzi del totale: si tratta di Lombardia (che incide per il 25,3%, con quasi 33 miliardi di euro erogati in un anno), Lazio (13,5%, 17,5 miliardi), Emilia Romagna (11,6%, 15 miliardi), Veneto (9,5%, quasi 12,4 miliardi) e Toscana (6,5%, 8,4 miliardi). In Liguria lo stock (diminuito di oltre il 7% in un anno) ha di poco superato i 3 miliardi di euro: un’incidenza del 2,3%, l’undicesima in Italia. La maggior parte si sono concentrati nel capoluogo (circa 1,5 miliardi), seguito da Savona (800 milioni), La Spezia (377) e Imperia (313). «Ciò che è ancora più preoccupante – aggiunge Figoli – è il fatto che le richieste di credito per incrementare o ampliare l’attività edile sono ormai pochissime: la maggior parte di finanziamenti sono chiesti per diluire i pagamenti, allungare i termini delle scadenze, e rinegoziare i mutui. Uno spiraglio di fiducia arriva dalla nuova legge sull’emergenza casa, che, tra le varie misure, prevede anche un piano di recupero per l’edilizia residenziale pubblica».

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.