Economia

Carlo Felice, è di nuovo agitazione. Doria: “Sì al confronto, ma proposte irricevibili”

Genova. L’amministrazione del Carlo Felice è disponibile al confronto senza pregiudiziali, così come dichiarato dal Cda questa mattina, ma le proposte avanzate dai sindacati, seppur comprensibili, sono irricevibili.

“Per esempio irricevibile è la proposta di modificare le carte per aumentare le entrate, in modo che non sembrassero necessari gli esuberi, dopo aver ricevuto 3 milioni di euro, così come non mi sembrava accettabile la richiesta di ritirare il piano”, ha spiegato oggi in Aula Rossa il sindaco Marco Doria rispondendo alle interrogazioni dei consiglieri comunali.

“Il piano non sarebbe sufficiente senza un’approvazione del commissario straordinario del governo che poi lo sottopone al ministero dell’Economia – ha poi aggiunto – Ci immaginiamo un teatro che nel 2016 abbia 20 milioni di entrate di cui 15 da finanziamenti pubblici, 230 dipendenti a tempo indeterminato”. Numeri non da poco per cui “serve attenzione e responsabilità da parte di tutti”, ha sottolineato il sindaco.

La legge Bray sulla cultura, approvata a ottobre, individuava la possibilità per enti lirici commissariati o non in grado da soli di far fronte al proprio debito (Il debito del Carlo Felice circa 16 milioni di euro) di ricorrere alle procedure previste dalla legge che metteva a disposizione del settore 100 milioni di euro, un contributo aggiuntivo rispetto al Fus, all’interno di una politica di soccorso al settore, ma dato a determinate condizioni.

Due le tranches previste di finanziamenti: 25 milioni in tempi più rapidi e non finalizzati a ristrutturazione del debito, di cui 3 milioni e 103 mila euro in arrivo al Carlo Felice a fondo perduto, e 75 milioni per la ristrutturazione del debito, su cui ora si apre la partita. In entrambi i casi, infatti, serviva un piano triennale di equilibrio tra entrate e uscite. Il Carlo Felice, così come altre 8 Fondazioni, ha aderito a questa procedura.

Il 9 gennaio la prima bozza, poi il piano è stato presentato a metà aprile e approvato dal cda del Carlo Felice. “I giudizi possono essere diversi – ha commentato Doria – ma è un piano onesto che prevede più contributi pubblici, compresi quelli del Comune e della Regione”.

“Per raggiungere l’equilibrio dei conti – ha aggiunto il sindaco – abbiamo usato le leve indicate della legge: i pensionamenti e il personale che sarà trasferito – 35 persone – alle società del ministero nel triennio”.

Il piano non è immodificabile, però. “Possiamo confrontarci con i sindacati sulle diverse voci e sulle emergenze – ha detto Doria – Un elemento riguarda la legge Genova, mai cancellata e che vede contributi specifici per il nostro teatro, su cui i parlamentari liguri stanno lavorando”. Così come si sta lavorando per vedere di mandare in pensione con requisiti pre Fornero alcuni dipendenti (circa 10). “Non lo abbiamo previsto nel piano perché siamo stati prudenti e vogliamo certezze da parte dell’Inps per non creare esodati”.

In concomitanza con le risposte del sindaco a Tursi, i sindacati del Carlo Felice, a pochi metri di distanza sono riuniti in assemblea.

“Per scaramanzia dico che ancora il pericolo non è scampato, ma conto che lo sciopero non ci sia, non solo per buonsenso ma perché ci sono gli elementi per scongiurarlo”. Così il sovrintendente del Carlo Felice, Giovanni Pacor, stamani, a margine della conferenza stampa di presentazione della Carmen, che debutterà questo venerdì e su cui veleggia lo spettro di uno sciopero per contestare il piano industriale.

“Dal ministero, dal commissario e dal sindaco abbiamo garanzie che il piano industriale sarà flessibile e modificabile nell’arco di questi tre anni”, ha sottolineato il sovrintendente.

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